Il futuro del San Filippo Neri non è ancora stato scritto, anche se volano proposte. Intanto resta ancora da chiarire cosa ne sarà dei 3000 pazienti dell’ambulatorio di reumatologia, prossimo alla chiusura. Un centinaio di pazienti hanno già espresso le proprie preoccupazioni legate al rischio di non poter più accedere alle cure attraverso i farmaci biologici che hanno permesso loro di riprendere una vita normale, in alcuni casi di passare da una fase di immobilismo alla capacità di poter tornare a camminare e a riprendere una vita normale. Per lo più sono farmaci costosissimi che al momento sono gestiti dal SSN. Sarebbe utile sicuramente mantenere questo ambulatorio o altrimenti fare in modo che nelle strutture di zona, si possa comunque accedere alle cure con l’utilizzo dei farmaci biologici. «La questione del San Filippo Neri è molto delicata – ha detto Riccardo Agostini, consigliere regionale del Partito Democratico – Bisogna capire se la struttura, nell’ambito della riorganizzazione della rete, ha ancora i parametri per rimanere azienda a se stante. Potrebbe rimanere un ospedale del territorio, non più un’azienda, quindi senza un direttore generale autonomo e rientrare quindi nella gestione della Asl di riferimento (Asl RmE, ndr). Oppure potrebbe rientrare nel sistema delle cure di Roma Nord e quindi essere accorpato con il polo universitario del S. Andrea o del Santo Spirito. Siamo in una fase di riprogrammazione e pianificazione per capire cosa è meglio fare. Una volta che si decide che non ci sono più le condizioni per avere un direttore generale si decide, in base ai servizi che l’azienda eroga, dove è meglio collocarla». (Fonte: Online News)