“In questi anni alcune regioni hanno dato più di altre. E quindi, non c’è dubbio che lo strumento della riduzione della spesa non potrà vedere dei tagli lineari, uguali per tutti. E la sanità del Veneto è già stata razionalizzata, non si potrà insistere ancora su questa regione ma lo si dovrà fare su altre regioni che non lo hanno fatto fino ad ora. Questo non è leghismo, ma equità. Questi tagli di spesa non lineari non sono concetti leghisti, ma concetti giusti”. Lo ha detto il presidente del Consiglio Matteo Renzi nel corso della conferenza stampa che ha concluso la sua visita al Vinitaly di Verona.
E sulla spinosa questione dei tagli agli stipendi dei manager, il premier ha ribadito l’inaccettabilità dei vecchi privilegi. “Non è accettabile che i cosiddetti mandarini che restano lì per una vita diventano intoccabili e soprattutto è inaccettabile che, mentre le famiglie non hanno visto crescere lo stipendio, per i dirigenti pubblici ci sia stato un aumento delle retribuzioni spesso legato alla parte variabile”.
“Per la prima volta – aggiunge – si mette un tetto agli stipendi dei dirigenti pubblici: 238mila euro lordi sono più del doppio di quello che prende il premier, che è già tanto e chi dice che nel privato prenderebbero il doppio, io rispondo: vai nel privato, ce ne faremo una ragione”.
Renzi ha poi affermato che una parte della retribuzione dei dirigenti pubblici verrà assegnata in base ai risultati. “Una parte va in busta paga solo se il Paese va meglio. Deve essere legata, circa il 10%, a indici internazionali”. (Fonte: Il Sole24Ore Sanità)