Per il responsabile Salute della Cgil nazionale “i medici devono lavorare, non più isolati, ma in forma aggregata nelle UCCP, ampliando così l’assistenza”. Ok al ruolo unico del Mmg in modo da superare “anacronistiche e forzate differenziazioni tra medici che hanno gli stessi titoli. Nell’interesse dei cittadini, è tempo di cambiare, non sono più ammesse resistenze corporative”.
“Dopo la presentazione da parte della Conferenza delle Regioni dell’Atto di indirizzo, si avviano l’11 aprile le trattative per il rinnovo degli Accordi collettivi (cd “convenzioni”) della medicina territoriale. È chiaro che l’argomento riguarda tutti i cittadini e non solo gli addetti ai lavori”. È quanto ha affermato in una nota Stefano Cecconi, responsabile Salute della Cgil Nazionale che interviene alla vigilia dell’avvio della trattativa con la Sisac per il rinnovo delle convenzioni di medici di medicina generale, pediatri di libera scelta e specialisti ambulatoriali convenzionati.
“I bisogni – precisa Cecconi – legati all’invecchiamento della popolazione – e a quella che l’OMS definisce l’epidemia delle malattie croniche – alla medicina d’iniziativa ed alla presa in carico complessiva di bisogni dei cittadini reclamano una riorganizzazione profonda dell’assistenza territoriale e delle cure primarie”.
“La Cgil – ha specificato Cecconi – ha presentato da tempo proposte per una maggiore integrazione tra medici convenzionati e servizi socio sanitari nel territorio: individuando un cuore solido e concreto in strutture pubbliche come le Case delle Salute. Qui i cittadini, oltre al medico di fiducia, possono trovare i servizi di cui hanno bisogno, o averne accesso. E qui collaborano insieme i professionisti della sanità e del sociale. Per garantire ai cittadini l’Assistenza 7 giorni su 7. I medici devono lavorare, non più isolati, ma in forma aggregata nelle UCCP, ampliando così l’assistenza; e si prevede una figura unica di Medico di MG, superando anacronistiche e forzate differenziazioni tra medici che hanno gli stessi titoli: i medici di famiglia e quelli di guardia medica. Nell’interesse dei cittadini, è tempo di cambiare, non sono più ammesse resistenze corporative”.
“La riorganizzazione – ha continuato il sindacalista – che proponiamo per l’Assistenza Distrettuale è vantaggiosa economicamente per il sistema sanitario ma merita investimenti iniziali per lo “start up”. Ecco la prima occasione per cambiare l’impianto del sistema ed eseguire una trasparente spending review: le cure primarie sono il terreno migliore per investire parte delle risorse ricavate. Le risorse risparmiate devono rimanere nel sistema sanitario ma deve essere chiaro il processo: dove si risparmia e quanto, e dove si investe. Altrimenti i risparmi diventano tagli che colpiscono la qualità dei servizi”.
“La Cgil confederale – ha concluso Cecconi – continua a sostenere la categoria del settore (Fp Cgil Medici) impegnata in questa trattativa per tutelare contemporaneamente i diritti dei lavoratori e quelli dei cittadini utenti”.