“A fronte delle notizie circolate in questi giorni, che preannunciano ulteriori tagli alle retribuzioni dei medici e dei dirigenti del servizio sanitario nazionale” affermano in una nota Fp-Cgil Medici e Stpa, Cisl Medici, Cisl-Fp, Uil-Fpl Medici ed Stpa, “riteniamo inaccettabile che ancora una volta sia colpita la sanità pubblica. La misura contro i paperoni di Stato, il famoso tetto agli stipendi dei manager, non può colpire nuovamente i medici e i dirigenti della sanità pubblica, che non percepiscono le somme da capogiro contro cui si è schierato il Governo Renzi.
Ma tra le pieghe di questa retorica si nasconde un’altra batosta per i medici, una riduzione dello stipendio già congelato dal 2009. Tagliare la retribuzione dei medici e dei dirigenti del sistema sanitario nazionale, con il contratto fermo da cinque anni, mentre gli organici si riducono a causa del blocco del turn over e, come rilevato dalle istituzioni comunitarie, i turni si fanno sempre più massacranti, significa colpire in primo luogo la sanità pubblica. Per queste ragioni proclamiamo lo stato di agitazione dei medici e dei dirigenti dell’Ssn, anticipando sin d’ora di essere pronti ad una forte mobilitazione generale nel caso in cui le notizie che sono circolate abbiano fondamento”. (Fonte: Panorama della Sanità)