La sanità ha chiuso il 2013 in rosso per 1,63 mld prima delle manovre regionali di rientro. Con un deficit in calo di 400 mln sul 2012, risultato anche di un rallentamento della spesa dello 0,3% sull’anno prima. E non senza sorprese: la maggior parte del disavanzo (890 mln) è stato accumulato nelle 13 regioni non sottoposte a piano di rientro, mentre nelle 8 commissariate o comunque sotto tutela governativa il deficit è stato di 746 mln (-125 mln rispetto al 2012). E non senza novità: la Campania ha fatto segnare un attivo di 11,7 mln (-111 mln nel 2011 e -245 nel 2010), la Sicilia di 25 mln (contro -34 mln dell’anno prima) e l’Abruzzo di 340mila euro. In fondo alla classifica resta il Lazio col top del disavanzo a quota 609,8 mln. Consulta i risultati nelle Regioni nel 2013.
Regalano sorprese e conferme – ma anche importanti spunti di riflessione per l’attualità in vista delle imminenti scelte di politica economica del Governo in itinere con la nuova spending review governativa – le pagine che il Dpef 2014 (e i dati ancora in mano all’Economia) appena presentato dal ministero di via XX Settembre dedica alla spesa sanitaria. L’impressione è che nelle regioni in piano di rientro la leva dei tagli, dolorosissima al punto da mettere a dura prova l’equità dell’assistenza, stia funzionando almeno a livello di bilanci.
Il rosso in quelle regioni è sceso dai 4,1 mld del 2007 ai 746 mln di oggi, ovviamente lasciando ancora scoperto il rosso iniziale da recuperare. Cala però il deficit annuale, effetto anche delle maxi aliquote fiscali e dei superticket a carico dei cittadini di quelle regioni. Mentre i livelli di assistenza (i Lea) sono sempre meno garantiti e la garanzia dei servizi continua spesso a latitare. Tutto questo mentre la previsione di spesa sanitaria pubblica per il 2014 è di 111,7 mld e viene data in crescita del 2%, poi ancora del 2,1% medio annuo dal 2015 al 2018: nel rapporto col pil, la spesa sanitaria nel 2018 viene stimata in calo al 6,8%.
È anche con questi dati in mano che Governo e regioni si stanno misurando in vista dei prossimi tagli. Che, ormai è sicuro, toccheranno anche la sanità. La trattativa è in pieno corso è gli incontri, riservatissimi, sono costanti. L’ipotesi più gettonata è quella di un taglio tra 800 mln e 1 mld, con ogni probabilità al Fondo sanitario, incidendo già per il 2014 soprattutto sull’acquisto di beni e servizi e forse in parte la farmaceutica territoriale, in attesa della cura-Cottarelli e dei risparmi del «Patto per la salute». Una soluzione che secondo il Governo non leverà niente ai servizi, ma che le regioni contesteranno comunque.