Per il parlamentare e presidente della Federazione degli ordini dei medici è essenziale approvare un testo di legge prima della prossima scadenza di agosto, quando le polizze per i sanitari diventeranno obbligatorie. Obiettivo condiviso anche da Vargiu (SC), Fucci (FI) e Fucksia (M5S). Per De Biasi (PD) essenzialie coinvolgere sul tema anche i cittadini. Se ne è parlato a Modena in un convegno della Fnomceo
“Credo che i tempi possano essere maturi nel nostro Paese per una forte e condivisa iniziativa legislativa che ridefinisca gli ambiti e i perimetri di una responsabilità professionale non più irrigimentabile negli spazi della ‘colpa’ o della corsa alla tutela assicurativa, peraltro sempre più gravosa. Lo Stato non può più consentire che i propri professionisti della Sanità esercitino in clima di persistente ‘caccia alle streghe’ non solo mediatico”. Così Nicolino D’Autilia, presidente dell’Ordine dei medici di Modena e coordinatore delle Attività internazionali della Fnomceo, ha presentato il Convegno organizzato nella sua città e dedicato a “Sicurezza delle cure, responsabilità professionale in Europa: il caso Italia”, svoltosi sabato scorso 12 aprile nella sala della Casa Museo Enzo Ferrari.
Ed il confronto della mattinata ha effettivamente mostrato una forte volontà di arrivare ad un provvedimento condiviso, prima che ad agosto scada la seconda proroga dell’assicurazione obbligatoria dei professionisti sanitari prevista dalla legge Balduzzi. “Sono certo che la Commissione Affari Sociali farà una buona proposta – ha detto infatti nelle conclusioni Amedeo Bianco, senatore e presidente della Fnomceo – che darà risposte al problema. Superiamo il bicameralismo perfetto – ha aggiunto con una battuta sull’attuale dibattito istituzionale – e accogliamola anche al Senato”.
I lavori sono stati introdotti da una serie di interventi di rappresentanti del mondo medico di diversi paesi europei: Belgio, Francia, Spagna, Romania, Svezia e Grecia. Se il problema della sicurezza delle cure e della tutela dei professionisti nei contenziosi con i cittadini è comune a tutti, ben diverse sono invece le soluzioni che vanno dall’assicurazione dei cittadini in Svezia, ai Fondi dedicati e finanziati dallo Stato in Francia e in Belgio, all’assoluta mancanza di copertura per i medici greci.
Dopo i saluti di Serafino Zucchelli, presidente dell’Onaosi, e di Alberto Oliveti, presidente dell’Enpam, si è poi passati al confronto sul tema “Sicurezza delle cure e sostenibilità del sistema sanitario”, introdotto dal segretario della Fnomceo Luigi Conte, che ha ricordato come all’articolo 14 del Codice di Deontologia Medica, ancor meglio sviluppato nella nuova stesura in via di approvazione, si metta in evidenza come la sicurezza dei pazienti e degli operatori sia in relazione con lo sviluppo dell’organizzazione sanitaria, con la formazione e con il monitoraggio costante del rischio clinico. Giovanni Leonardi, DG delle professioni sanitarie per il ministero della Salute, ha sottolineato la necessità di arrivare ad una definizione delle responsabilità dei diversi operatori nelle equipe sanitarie, sottolineando come si debba “disinnescare” la crescita del contenzioso medico-paziente puntando su una maggiore umanizzazione delle cure.
Un avvio polemico per Carlo Lusenti, assessore alle politiche per la Salute dell’Emilia-Romagna: “Non possiamo farci bloccare dal continuo richiamo alla sostenibilità economica – ha esordito Lusenti – dobbiamo invece scegliere le nostre priorità: garantire la migliore sicurezza delle cure è un diritto dei cittadini e una responsabilità istituzionale per noi”. Secondo l’assessore, la sicurezza è un “intra Lea”, cioè un Lea trasversale a tutte le prestazioni, che va sostenuto per salvaguardare la reputazione del servizio sanitario, senza la quale la sanità pubblica è “morta”. Proprio per questo la Regione Emilia Romagna ha approvato nel 2012 una legge che punta sull’autoassicurazione, assumendosi in proprio i rischi di indennizzo. Ma ora, ha concluso Lusenti, occorre una legge nazionale e anche un vero cambiamento culturale, cominciando dall’inserimento dei temi della sicurezza nella formazione universitaria dei medici e degli operatori sanitari.
Concorde su queste conclusioni Emilia Grazia De Biasi (PD), presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato, che ha ricordato che ad agosto prossimo scadrà la proroga che sospende l’obbligo assicurativo per tutti i professionisti della sanità, previsto dalla legge Balduzzi. “Dobbiamo darci da fare per arrivare ad una nuova legge prima di questa scadenza” ha detto De Biasi, aggiungendo che è necessario aprire un forte dibattito pubblico che coinvolga i cittadini per spiegare i rischi che comporta l’inasprirsi del contenzioso e la crescita conseguente della medicina difensiva.
Un tema ripreso da Pierpaolo Vargiu (SC) presidente della Commissione Affari Sociali della Camera dove si sta lavorando al Testo Unico sulla responsabilità professionale che dovrebbe riunire le sette proposte di legge sul tavolo: C. 259 Fucci, C. 262 Fucci, C. 1324 Calabrò, C. 1312 Grillo, C. 1581 Vargiu, C. 1902 Monchiero e C. 1769 Miotto. “La responsabilità – ha sottolineato Vargiu – deve esserci anche da parte del paziente, per questo dobbiamo spiegare che recuperare soldi dalla medicina difensiva, che costa 10-12 miliardi l’anno, può servire a sviluppare l’innovazione”.
Sui progetti legislativi attualmente all’esame del Parlamento si è concentrata, infine, la seconda tavola rotonda, aperta da Antonio Tomassini, che nella veste di ex presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato si è occupato per anni di questa materia. “È passato troppo tempo – ha ricordato Tomassini – ora bisogna intervenire rapidamente con una legge che comprenda anche il profilo della ‘lite temeraria’ per scoraggiare i contenziosi pretestuosi”.
Fortemente orientati alla ricerca di un testo condiviso si sono mostrati i parlamentari intervenuti. Donata Lenzi (PD) ha ricordato come nel ddl Miotto siano confluiti gran parte dei contenuti della proposta avanzata da Bianco al Senato e Benedetto Francesco Fucci (FI) si è detto disponibile a valorizzare “ciò che ci accomuna”, ricordando come sia utile anche per le compagnie di assicurazione potersi muovere in un quadro di regole certe. Disponibile anche Serenella Fucksia (M5S) che ha detto di aver apprezzato la distinzione tra profili penali contenuta nella proposta Bianco, chiedendo che la responsabilità civile del personale ricada sulle strutture sanitarie. Infine, prima di lasciare le conclusioni ad Amedeo Bianco, Giuseppina Maturani (PD) ha rimarcato come in assenza di una normativa salda si corra il rischio di “impoverire le eccellenze mediche”. (Fonte: Quotidiano Sanità)