Le due associazioni si oppongono all’ipotesi annunciata dal Miur spiegando di non essere contrari ad una rivisitazione del Regolamento, ma “il timore è che per rincorrere nell’immediato un presunto innalzamento della qualità, si rischi di cadere nell’errore di sacrificare quanto di buono già contiene l’attuale Regolamento”.
“Non siamo contrari, in maniera pregiudiziale, ad una rivisitazione del Regolamento” e “non mettiamo in discussione i buoni propositi del Miur”, ma “temiamo che per rincorrere nell’immediato un presunto innalzamento della qualità del concorso, si rischi di cadere nell’errore di sacrificare quanto di buono già contiene l’attuale Regolamento”. Ad affermarlo, in una nota congiunta, sono FederSpecializzandi e l’Associazione Italiana Giovani Medici (SIGM), in merito alla possibilità, annunciata dal Miur, di svolgere le prove di concorso per l’accesso alle scuole di specializzazione nel mese di ottobre 2014, “ovvero nell’ultimo mese utile del corrente anno accademico 2013/2014”. Ipotesi che, secondo FederSpecializzandi e Sigm, “pone delle criticità che richiederebbero un ulteriore approfondimento in sede di confronto tecnico”.
Infatti, la tempistica, per le due associazioni, “potrebbe ingenerare le problematiche di seguito esposte, correlate ad un ulteriore ritardo nell’applicazione della riforma dell’accesso alle scuole di specializzazione:
1. Si sta perpetrando lo stato di precarietà in cui riversano almeno 9000 tra laureati e laureandi in medicina, che aspirano ad accedere alle scuole di specializzazione. Gli studenti prossimi alla laurea, in particolare, in ragione di tale stato di incertezza, stanno avendo difficoltà oggettive nell’orientare la parte finale del proprio percorso di studi in funzione di modalità e criteri di selezione, ad oggi non definitivi.
2. Si genererà una sovrapposizione tra le procedure di selezione, immatricolazione e presa in servizio relative all’accesso ai corsi regionali di formazione specifica in medicina generale con quelle relative all’accesso alle scuole di specializzazione universitarie. Al di là del disagio conseguente alla realizzazione di due prove di concorso in tempi ravvicinati, con un simile timing potrebbe accadere che molti aspiranti medici in formazione risultati vincitori di entrambi le selezioni, si trovino nella situazione di rinunciare alla borsa del corso di formazione specifica in medicina generale, le cui selezioni avranno inizio i 17 settembre, per potersi iscrivere alla scuola di specializzazione. Ne conseguirebbe la perdita di numerosi posti (borse) assegnati ai corsi di formazione specifica in medicina generale in tutte le Regioni.
3. Vi saranno ripercussioni anche per i medici in formazione specialistica in attività, i quali dovranno espletare un surplus di attività all’interno dei servizi assistenziali della rete formativa in cui operano per vicariare al mancato ingresso di nuovi specializzandi”.
Le due Associazioni temono che, “per rincorrere nell’immediato un presunto innalzamento della qualità del concorso, si rischi di cadere nell’errore di sacrificare quanto di buono già contiene l’attuale Regolamento, incardinato in un Decreto Ministeriale già firmato e passato al vaglio sia del Consiglio di Stato sia della Corte dei Conti”.
“Non siamo contrari, in maniera pregiudiziale, ad una rivisitazione del Regolamento, ma ribadiamo che qualsiasi novità introdotta già a partire dal prossimo concorso non dovrà ritardare la data del concorso. Ottobre è troppo lontano, ben 15 mesi dalla laurea di chi ha finito i propri studi in regola e magari col massimo dei voti. Al netto dei ritardi registratisi a causa del rinnovo della compagine governativa, così facendo si penalizza e non di certo si valorizza il merito”, precisano le due Associazioni, che aggiungono: “ “Non mettiamo in discussione i buoni propositi del MIUR, ma temiamo che le incognite correlate agli adempimenti burocratici e normativi possano prolungare l’iter di applicazione della Riforma”.
Infine, le Associazioni richiamano l’attenzione del Governo sulla “necessità di stanziare fondi per implementare il contingente di contratti di formazione specialistica per l’anno 2013/2014, nonché per adottare soluzioni strutturali per garantire la sostenibilità del finanziamento della formazione post laurea dei profili medici e no medici, il cui presupposto è l’effettuare una adeguata programmazione del fabbisogno di professionalità.”
Pertanto, FederSpecializzandi e Sigm chiedono congiuntamente che:
- “in via preferenziale venga applicato, senza apporre variazione alcuna, l’attuale versione del nuovo Regolamento concernente le modalità per l’ammissione alle scuole di specializzazione in medicina. Si propone, a tal proposito, che eventuali modifiche “migliorative” vengano differite all’anno accademico 2014/2015, anche per acquisire l’esperienza che si potrà maturare in fase di prima applicazione del sistema di accesso a graduatoria nazionale”;
- “in ogni caso, vi sia un momento di confronto tecnico con le Associazioni di categoria al fine di valutare le implicazioni di eventuali revisioni del testo, atteso che queste rappresentano il punto di vista dei portatori di interesse offrendo una visione di insieme sulle problematiche che attengono al percorso formativo pre e post laurea di medicina”;
- “vi sia la massima anticipazione della data di inizio delle procedure concorsuali, risolvendo le criticità connesse alla vicinanza con le selezioni per l’accesso ai corsi triennali di medicina generale”;
- “siano rese note in tempi brevissimi tanto le modalità di svolgimento delle prove, quanto programma e riferimenti bibliografici necessari ad orientare la preparazione da parte dei concorrenti”;
- “si provveda all’incremento del capitolo di spesa relativo ai contratti di formazione specialistica e che si investa su tutti gli ambiti della formazione post laurea medica (scuole di specializzazione e corsi di formazione specifica di medicina generale) e non medica”.
“In assenza di riscontro alle predette richieste – conclude la nota congiunta – le Associazioni di categoria si riservano di mettere in campo opportune modalità di protesta”. (Fonte: Quotidiano Sanità)