«Gli esiti del Tavolo sul piano di rientro che concluso presso il Ministero delle Finanze sono altamente positivi per la sanità della Regione Lazio. Oggi ci è stato dato atto di un cambio di passo sostanziale e di una nuova consapevolezza rappresentata dalla proposta dei piani operativi che i Ministeri della Sanità e dell’Economia ci invitano fin da subito a mettere in opera e che ora dovranno tradursi in un decreto del commissario ad acta. Questo ha consentito di sbloccare già oggi 270 milioni delle coperture fiscali di cui 190 per il 2012 e 80 per il 2013 a favore dei cittadini del Lazio. E’ un risultato positivo che incoraggia la nostra azione di governo e ci spinge ad andare avanti nella costruzione di un nuovo modello sanitario». (Consulta la bozza di Piano operativo 2013- 2015)
Le manovre previste dai piani operativi 2013-2015 dovrebbero portare al seguente risultato (v. tabella a pagina 67 del testo correlato: nel 2014, rispetto a una perdita programmata di 433.695 milioni, il risultato di esercizio ne uscirebbe praticamente dimezzato a -217.800 milioni, per raggiungere finalmente un azzeramento del deficit (rispetto a un tendenziale di -502.139 milioni) nel 2015. In pieno stile spending review, le voci di taglio più sostanziose sono quella relativa a beni e servizi e il blocco del turnover al 90%.
Queste, nel dettaglio, le linee di intervento elencate nei piani operativi (v. documento correlato), secondo la proposta presentata dai tecnici della Regione al “Tavolo Massicci” e formulata in sostituzione di quella approvata con Dca U00480/2013: cure primarie e rete territoriale, riorganizzazione dell’offerta assistenziale, efficientamento della gestione, flussi informativi, altri interventi operativi di gestione (sanità pubblica, sicurezza e rischio clinico, sanità veterinaria e sicurezza alimentare, sanità penitenziaria, formazione e comunicazione ai cittadini), altri interventi per il governo del programma operativo (adempimenti Lea, attuazione del Dlgs 118/2011-omogeneizzazione dei bilanci, certificabilità dei bilanci del Ssr, contabilità analitica, regole di pagamento).
Focus sulla riorganizzazione della rete ospedaliera. Entro 90 giorni dall’approvazione con decreto commissariale dei nuovi piani operativi, si varerà il riassetto della rete ospedaliera e la stretta sui laboratori privati, che comporterebbe tra l’altro la contrattualizzazione «per le sole strutture con una soglia minima di attività in volume pari a 200.000 esami di laboratorio complessivamente erogati a partire dal 1/1/2016». Tornando agli ospedali, il nuovo piano fa rotta sullo standard di 3,7 per mille abitanti, che si traduce in un taglio di 748 posti letto, di cui almeno il 50% riferito al comparto pubblico (394 pl) mentre il 47% riguarderà il privato, compreso quello classificato (354 pl). Ma non basta: «da un’analisi dell’effettivo utilizzo dei posti letto nel biennio 2012-2013 – si legge nel documento – è possibile prevedere una ulteriore riduzione di circa 450 posti letto, prevalentemente nel privato accreditato dove si rileva un maggiore scostamento tra accreditati e utilizzati, in aggiunta ai 748, per un totale complessivo di 1.200, portando il rapporto pl/popolazione a circa 3,6 per 1.000».
Tra i “razionali” per tale riorganizzazione, l’elaborazione della rete di emergenza-urgenza (definita «caposaldo dell’attività sanitaria») con la rideterminazione dell’offerta ospedaliera per acuti a partire dalla rete dell’emergenza ospedaliera articolata in presidi sede di Dea di II livello, collegati funzionalmente con Dea di I livello e Pronto soccorso; il potenziamento delle specialità connesse con conseguente incremento di 153 posti letto; valorizzazione delle reti di alta specialità; riduzione dell’offerta ospedaliera per acuti soprattutto nell’area metropolitana di Roma; parallela attivazione della rete delle case della salute sul territorio; superamento delle uo per specialità da sostituire con aree omogenee per livello di complessità assistenziale; invarianza dei posti letto di riabilitazione e lungodegenza.
Infine, le dismissioni: riconversione del George Eastmann e del Nuovo Regina Margherita di Roma; totale dismissione del Po Forlanini con trasferimento delle attività al San Camillo; vendita dell’immobile del Cto «con focalizzazione della mission in sinergia all’Inail; riconversione di altre strutture (Bracciano, Monterotondo e Subiaco) e promozione dei servizi territoriali, passaggio del San Filippo neri da azienda ospedaliera a presidio a gestione diretta della Asl Roma E; chiusura dell’Agenzia regionale trapianti con valorizzazione delle funzioni e attività del Centro regionale trapianti; trasformazione del Policlinico di Tor Vergata in Fondazione Irccs di diritto pubblico; accorpamento tra Irccs Lazzaro Spallanzani e Ire-Isg. (Fonte: Il Sole24Ore Sanità)