Tagli alla spesa farmaceutica, ai posti letto e ai piccoli ospedali. Sforbiciata alle buste paga dei dirigenti medici e non, ma quelli più ricchi, chissà se ai manager delle asl. Beni e servizi sotto tiro. Il Governo è pronto a calare una scure da 868 mln quest’anno e da 1,508 mld nel 2015-2016 sulla spesa sanitaria, riducendo il Fondo ma tenendo conto delle regioni con i fondamentali in regola. E lasciando i governatori liberi di tagliare in altro modo: basta arrivino risparmi di pari valore.
Eccola la manovra sui conti di asl e ospedali che emerge dalla bozza del decreto che arriverà domani a palazzo Chigi. Oggetto di una trattativa all’ultimo respiro, la nuova stangata al Ssn è contenuta in un solo articolo (il 5), ma anche in altri punti del decreto, a cominciare dalle regole che possono valere per l’acquisto di beni e servizi. E per il taglio agli stipendi dei medici (anche convenzionati) oltre i 240mila euro percepiti dal capo dello Stato, ma con limiti differenziati tutti da definire: nel calcolo dei reddito entreranno anche tutte le indennità e somme comunque incassate, inclusi gli incarichi occasionali, si presume pure l’attività intramoenia.
Il capitolo farmaci è la new entry del momento. Si parte dalle gare («procedura selettiva a evidenza pubblica») che l’Aifa dovrà lanciare per selezionare tra farmaci generici uguali i tre che costano meno: lo Stato rimborserà solo i medicinali che costano meno, sugli altri l’assistito pagherà la differenza di prezzo. Evidente l’intenzione di indurre le imprese ad abbassare i listini, e dunque far risparmiare il Ssn. Altra novità: l’individuazione di categorie terapeutiche omogenee sovrapponibili per risultati: in questo caso le regioni potrebbero scegliere con altre gare i farmaci che costano meno. Risultato del tutto: si abbassano i tetti della farmaceutica. La territoriale (canale farmacia) passerà dall’11,35% all’11,25 già quest’anno poi all’11,20 nel 2015; il tetto dell’ospedalierà scenderà imnvece dall’attuale 3,5% al 3,4 e poi nel 2015 al 3,35%.
Altro taglio: le tariffe, dunque i volumi di attività, delle convenzioni per la specialistica e l’ospedalità privata: il taglio sale dal 2 al 3,5% quest’anno e poi compare anche la riduzione del 4% per il prossimo anno.
Un risparmio preciso sul totale viene indicato solo per i prezzi di riferimento (relativi a lavori, servizi e forniture) e per i nuovi standard degli ospedali: in tutto si indicano 200 mln quest’anno e 500 mln nel 2015. Sugli ospedali (oggetto di accordo col «Patto salute») vale ricordare che si tratta di interventi che riguardano il taglio dei posti letto e l’addio (sarebbero 190) alle strutture private con meno di 60 posti.
Le regioni potranno scegliere altre misure, purché risparmino. Ma nel riparto del nuovo Fondo , potranno «in autocoordimento» indicare modalità (da sancire a fine maggio d’intesa col Governo, e a fine settembre per il 2015-2016) che tengano conto del rispetto dei tempi di rimborso ai fornitori (ma l’Economia è scettica) e degli acquisti centralizzati già in corso. Altrimenti si ragionerà in base a costi e fabbisogni standard. (Fonte: Il Sole24Ore Sanità)