Migliorare la presa in carico e l’assistenza ai malati di Alzheimer. Questa la finalità del testo (prima firmataria De Biasi) passato con 228 voti. Il sottosegretario alla Salute, Vito De Filippo, annuncia il parere favorevole del Governo. La mozione impegna l’Esecutivo a migliorare anche la formazione degli operatori e ad aggiornare i Lea. Ecco il TESTO DELLA MOZIONE
Questa mattina al Senato è stata discussa e votata la mozione presentata a prima firma da Emilia De Biasi (PD) sulla cura dei malati di Alzheimer. La mozione è stata approvata all’unanimità con 228 pareri favorevoli. Nel corso della discussione è intervenuto il sottosegretario alla Salute, Vito De Filippo, annunciando il parere favorevole del Governo sui temi proposti dalla mozione: “Sono questioni che condividiamo e sulle quali abbiamo intenzione di incrementare il nostro impegno nei prossimi anni”.
Nel suo intervento, il sottosegretario ha illustrato la situazione riguardante i malati di Alzheimer in Italia, sintetizzando la questione in quattro punti:
- Rete servizi socio-sanitari. C’è stata una spinta negli ultimi anni, le unità di valutazione sono ora, infatti, circa 500. Sono dunque cresciute moltissimo rispetto alle 50-60 che venivano enumerate fino a qualche anno fa.
- Aggiornamento Lea. Anche la bozza di Dpcm oggetto di discussione tra la Conferenza delle Regioni e il Governo prevede un aggiornamento per questo tipo di prestazioni, inserendo i trattamenti residenziali e semiresidenziali a carico dello Stato.
- Formazione. Come Ministero abbiamo organizzato 179 eventi formativi sulla materia, e abbiamo predisposto che anche gli Ecm dovranno riservare particolare attenzione su questo tipo di problema.
- Ricerca. Si può fare ancora di più. Ma già oggi, nonostante limiti finanziari, il 25% dei bandi per ricerca finalizzata riguarda malattie neurodegenerative, così come il 35% della ricerca corrente è sostanzialmente incentrata su questo campo.
“Questa mozione – ha concluso De Filippo – produce una spinta e impegni ulteriori che ci impegneremo a realizzare. Il parere del Governo è favorevole ed esprimiamo dunque la nostra piena condivisione”.
Ricordiamo, infine, che il testo approvato impegna il Governo:
1) a promuovere un progetto generale di cura della demenza che parta dagli aspetto propriamente clinici, quali la diagnosi e il trattamento farmacologico e non farmacologico, sviluppando in parallelo specifici servizi dedicati alle diverse fasi della malattia, ai problemi familiari e ai luoghi delle cure;
2) a prevedere un sistema che, tenendo conto della situazione ambientale e sociale del singolo paziente, garantisca: diagnosi e presa in carico tempestiva; terapia non farmacologica e farmacologica; educazione del paziente e degli erogatori primari di cure e di assistenza; affidamento a un team territoriale con competenze specifiche; competenze specialistiche sanitarie e sociali finalizzate alla consulenza per il monitoraggio e la gestione delle fasi di scompenso; disponibilità di strutture sociosanitarie dedicate all’accoglienza temporanea; nuclei residenziali edificati secondo specifiche indicazioni architettoniche e organizzative;
3) a prevedere uno stabile monitoraggio epidemiologico, compatibilmente con i vincoli normativi sulla privacy, che consenta di adottare ogni iniziativa necessaria a creare omogeneità nella rete integrata dei servizi sociosanitari assistenziali su tutto il territorio nazionale;
4) ad inserire nell’ambito del programma di educazione continua in medicina (Ecm) specifici obblighi formativi riferiti all’Alzheimer per gli operatori della sanità che svolgono attività assistenziale riferita alla patologia;
5) a promuovere idonee iniziative per il sostegno e lo sviluppo della ricerca scientifica nel campo delle malattie neurodegenerative e della demenza;
6) a definire nei tempi più brevi la revisione dei Lea e a promuovere la definizione di apposite linee guida per la prevenzione, la diagnosi precoce e il trattamento terapeutico e assistenziale dei pazienti affetti dal morbo di Alzheimer, al fine di migliorare la qualità delle prestazioni e uniformarne l’efficacia e l’efficienza;
7) a promuovere apposite campagne di educazione sanitaria rivolte alla popolazione per migliorarne la consapevolezza e le corrette modalità per rapportarsi alle strutture del Servizio sanitario nazionale e agli operatori. (Fonte: Quotidiano Sanità)