La società italiana di medicina generale (Simg) e la società italiana medici pediatri(SIMPe) daranno vita a eventi formativi, progetti di ricerca e azioni congiunte per pianificare attività comuni. Le basi dell’accordo gettate all’International pediatric congress on environment, nutrition and skin diseases, a Marrakech
Modelli formativi e condivisione dei percorsi comuni nell’ambito delle cure primarie per concentrarsi sui bisogni della persona e realizzare una governance clinica del territorio. Con banche dati che interagiscono tra loro per scambiare informazioni sulle maggiori patologie e migliorare la qualità delle cure e l’appropriatezza prescrittiva. A questo puntano la società italiana di medicina generale (Simg) e la società italiana medici pediatri (SIMPe) che, in occasione dell’International pediatric congress on environment, nutrition and skin diseases a Marrakech, hanno stretto un’alleanza che porterà nei prossimi giorni alla sottoscrizione di un accordo federativo.
“Il decreto Balduzzi con l’istituzione delle Aft e delle Uccp – ha detto il presidente della SIMPe Giuseppe Mele – ha ufficialmente aperto le porte ad un gioco di squadra per esaltare le cure primarie. Una scelta voluta dal legislatore che sarà declinata nel prossimo Acn che contemplerà necessariamente una riorganizzazione di tipo funzionale ed erogativa dalla quale non possiamo più sottrarci. Una riorganizzazione che diventerà essenziale se vogliamo realmente che il territorio diventi il punto di riferimento dell’assistenza continua. Alla luce di questi nuovi assetti i professionisti del territorio devono cambiare le proprie modalità lavorative: non possiamo più operare a compartimenti stagno. Dobbiamo iniziare a dialogare tra noi per arrivare al governo clinico del territorio, per gestire e controllare le patologie garantendo continuità assistenziale. Ecco perché abbiamo voluto stringere un accordo federativo con la Società italiana di medicina generale”.
Medici di medicina generale, medici della continuità assistenziale e pediatri sono le anime portanti delle cure primarie, ha ricordato Mele. I pediatri assistono quei bambini e adolescenti che poi diventeranno gli adulti di domani. Adulti che troveranno poi nel medico di famiglia il loro interlocutore principe. “Questo è un passaggio di consegne che necessita di un’interazione profonda tra le nostre professionalità – ha aggiunto – e si traduce quindi in percorsi formativi comuni, in un interscambio di dati e informazioni. In poche parole in un lavoro comune per capire insieme quali sono i bisogni del territorio e il tipo di risposte che dobbiamo dare”.
Per questo le due società daranno quindi vita a eventi formativi, a progetti di ricerca e ad azioni congiunte per pianificare attività comuni in favore della popolazione. “Deve cessare la divisione surrettizia tra medici di medicina generale e pediatri che ha dominato per più di trent’anni – ha affermato Claudio Cricelli, presidente della Simg – dobbiamo capire che le nostre professionalità non si muovono su piani contrapposti, ma su piani integrati che devono necessariamente iniziare ad entrare in un rapporto osmotico per arrivare ad una concordia e una continuità di intenti sulla gestione del paziente. Per questo abbiamo dato avvio ad un rapporto di collaborazione che ci porterà a sottoscrivere nei prossimi giorni un accordo federativo. Ho proposto inoltre che tale accordo si apra progressivamente e venga esteso alle aree disciplinari e società scientifiche, come la diabetologia, la reumatologia, i professionisti delle dipendenze e molti altri. Tutto questo – ha aggiunto Cricelli – perché è arrivato il momento di entrare nel merito dei problemi concentrandoci su temi specifici, penso alle malattie rare e alla ricerca farmaceutica. Solo attraverso lo scambio di dati e informazioni, che le associazioni possono mettere in campo, possiamo creare i nuovi scenari delle cure territoriali”.
Abbiamo avviato un progetto scientifico sulle problematiche legate alla salute sessuale delle famiglie, ha quindi aggiunto Mele: “Dalle malattie sessualmente trasmesse alle disfunzioni della sfera sessuale, queste tematiche coinvolgono sempre di più medici di medicina generale e pediatri. È quindi fondamentale realizzare una formazione comune per controllare e dare continuità assistenziale ai nostri pazienti e alle nuove famiglie”. (Fonte: Quotidiano Sanità)