A seguito delle vicende che hanno coinvolto 87 medici, per il sindacato la prestazione intramoenia andrebbe prenotata al Cup dell’ospedale. Mentre, a causa di una proroga contenuta nella legge Balduzzi, le regioni possono lasciare ai medici dipendenti un’attività residuale in cambio della tracciatura delle prestazioni libero professionali con una rete informatica , “insufficiente per sconfiggere l’evasione”.
Le segnalazioni dei dirigenti medici eseguite ieri dalla Guardia di Finanza in 18 regioni in seguito a un’inchiesta che ne ha coinvolti addirittura 83 di ospedalieri apre la frontiera a un dibattito che riporta al tema dell’intramoenia allargata. Le maggiori irregolarità e gli ammanchi più gravi sono stati conteggiati in quattro regioni in deficit: Lazio, Puglia, Calabria, Campania. Seguono due virtuose: Lombardia e Toscana. Quei camici bianchi avrebbero percepito l’indennità di esclusività (che suggella il vincolo con l’ente datore di lavoro) e successivamente l’avrebbero tradita con la violazione dei patti contrattuali creadno alle casse degli ospedali pubblici un danno totale di 6 milioni di euro. Ossia alcuni hanno assunto incarichi extraprofessionali non autorizzati in strutture sanitarie private commettendo illeciti disciplinari venendo meno al vincolo contratto con la legge Bindi del 1999.
Al contempo ben 48 medici sono stati denunciati anche per truffa aggravata e peculato perché pur avendo lavorato in intramoenia decentrata, e percepito dall’ospedale l’indennità di esclusività e le retribuzioni di posizione e risultato non avrebbero fatto le ricevute ai pazienti, evadendo il fisco e trattenendo pure i compensi spettanti per legge all’ospedale di appartenenza. Ma ecco cosa significa. Lo spiega in una nota la Cgil che parla di mettere uno stop all’intramoenia allargata.
“Il rischio per il medico, oltre a una probabile sospensione dal servizio, è di dover restituire l’indennità percepita indebitamente, ma c’è anche il rischio di vedersi togliere gli incarichi maturati, come l’eventuale responsabilità di struttura semplice o complessa e relativa indennità – ha speigato Nicola Preiti, responsabile della medicina convenzionata di Fp Cgil Medici -. Ma il vero vulnus al servizio e al significato stesso dell’intramoenia lo vedo nelle truffe al Ssn. Da sempre il nostro sindacato è l’unico contrario all’intramoenia allargata. La libera professione intramuraria nasce all’insegna della trasparenza e a garanzia della prestazione nelle strutture Ssn: è un istituto che dà opportunità al cittadino, non gliele toglie. La prestazione intramoenia secondo noi andrebbe prenotata – e il ticket pagato – al Centro unico di prenotazione dell’ospedale. Oggi invece dopo vari rinvii l’intramoenia allargata è stata oggetto di una proroga finale contenuta nella legge Balduzzi 189/2012: le regioni possono lasciare ai medici dipendenti un’attività residuale fuori delle mura ospedaliere, in cambio della tracciatura delle prestazioni libero professionali con rete informatica ad hoc; rete che, ribadiamo noi, non è da sola sufficiente a sconfiggere forme di evasione. Male sarebbe comunque mettere l’istituto dell’intramoenia in discussione per questi fatti, pur ingiustificabili”. (Fonte: Quotidiano Sanità)