Dopo il parere senza osservazioni della Corte dei Conti è stato definitivamente sottoscritto il 5 maggio il contratto nazionale quadro 2013-2015 sui permessi e distacchi per la dirigenza. Si tratta di un accordo che dopo quasi 10 anni adegua le rappresentanze sindacali sui luoghi di lavoro (il precedente accordo risale al 5 ottobre 2005). (Leggi il contratto firmato).
Il Ccnq, siglato da tutte le sigle tranne Confedir, aggiorna le organizzazioni che hanno diritto a tutte le prerogative sindacali (permessi, distacchi, assemblee e bacheca). L’Aran lo pubblica sul suo sito e con l’occasione pubblica anche tutte le raccolte coordinate dei contratti vigenti, che contengono naturalmente le norme sulle relazioni sindacali, per le varie amministrazioni. E vengono introdotti alcuni elementi di flessibilità e si implementa la dotazione oraria a livello aziendale.
Nell’accordo è prevista una flessibilità dei permessi a livello aziendali entro un intervallo dai 37 minuti attuali ai 60 minuti per ogni dirigente in servizio nel Ssn e Regioni (da 37 a 51 minuti nel comparto statale che ha subìto il taglio del 15% previsto dalla riforma Brunetta). Le associazioni decideranno autonomamente il loro utilizzo se a livello aziendale o territoriale. Per questo è stato inserito un ulteriore comma: «Il dipartimento della Funzione pubblica, a richiesta dell’associazione sindacale interessata, può valutare l’opportunità di trasformare i distacchi ottenuti per cumulo di permessi sindacali in permessi per la partecipazione a organismi direttivi statutari previsti all’articolo 11 del Ccnq 7 agosto 1998». Con questa previsione si è aperta una finestra di reversibilità.
I distacchi previsti per l’Area III (dirigenza sanitaria) sono 42 e altrettanti sono quelli per l’Area IV (medici).
Nell’area della dirigenza i distacchi sono 38 per i sindacati autonomi e 4 per le confederazioni. Tra i sindacati quello che ne ha di più è il Fassid (SIMeT, SNR, AIPaC, AUPI, SiNaFO) che con 14 distacchi ne asorbe il 37% di quelli degli autonomi, seguita da Anaao Assomed con 10 e dalla Fp Cgil con 7. Tra le confederazioni invece i quattro distacchi sono uno ciscuno per Cosmed, Cgil, Cisl e Uil.
Per l’area medica invece in testa tra i sindacati autonomi (anche qui 38 distacchi su 42 vanno a loro) c’è l’Anaao Assomed che con 8 distacchi ne assorbe il 21% del totale. A seguire c’è la Cimo Asmd con 5 e poi Aaroi Emac e Fp Cgil con 4. Tra le confederazioni i distacchi sono due per la Cosmed e uno ciscuno per Confedir – Mit e Cgil. (Fonte: Il Sole24Ore Sanità)