Promosse anche Puglia e Calabria, ma con riserva. Le Regioni in “piena regola” sono 10, una in più rispetto al 2011e si tratta del Lazio. Cresce l’appropriatezza ma restano differenze regionali importanti. Più posti negli hospice, ma ancora criticità per l’assistenza ad anziani e disabili. IL RAPPORTO e la SCHEDA DI SINTESI.
Migliorano i livelli di erogazione dei Livelli essenziali di assistenza in Italia. Su 16 regioni monitorate, le “adempienti” passano da 13 del 2011 a 15 del 2012, di cui 10 in piena regola (una in più dell’anno precedente e si tratta del Lazio). A rilevarlo è il monitoraggio 2012 del ministero della Salute sui Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), realizzato attraverso l’utilizzo di un definito set di 31 indicatori (Griglia LEA) ripartiti tra l’attività di assistenza negli ambienti di vita e di lavoro, l’assistenza territoriale e l’assistenza ospedaliera erogate dalle Regioni. Un lavoro che “consente sia di individuare per le singole realtà regionali quelle aree di criticità in cui si ritiene compromessa un’adeguata erogazione dei livelli essenziali di assistenza, sia di evidenziare i punti di forza della stessa erogazione”, spiega il Ministero.
Ma cosa emerge dal monitoraggio 2012? Che “cresce l’appropriatezza delle prestazioni” ma “si confermano differenze regionali importanti”. Che vi sono “più posti in hospice per i malati di tumori” ma “ancora criticità per l’assistenza ad anziani e disabili”. In particolare, rileva il ministero, “rispetto all’anno 2011, nel 2012 si osserva un miglioramento per il Lazio che avendo assolto gli impegni previsti risulta adempiente e per Puglia e Calabria che passano da una situazione critica ad un livello in cui, assolvendo alcuni impegni possono diventare adempienti. Ciò evidenzia l’effetto positivo del programma di supporto alle Regioni attraverso i Piani di rientro in 3 regioni su 6”.
Tuttavia nel 2012 si conferma “l’ importante variabilità del mantenimento nell’erogazione dei LEA sia all’interno della stessa Regione che tra le diverse Regioni, osservata negli anni precedenti, per tutte le Regioni comprese quelle adempienti e quelle non sottoposte a Verifica. In tutte queste ultime Regioni, ad eccezione della P.A. di Trento, si osserva, rispetto al 2011 e diversamente che per la maggior parte delle Regioni sottoposte a verifica, un aumento dei settori in cui il mantenimento dell’erogazione dei LEA risulta critico”, spiega ancora il ministero.
Anche l’andamento temporale dei singoli indicatori è caratterizzato da una notevole variabilità geografica. Rispetto al 2011 si conferma il trend in diminuzione dei ricoveri ospedalieri me l’aumento dell’appropriatezza dell’assistenza ospedaliera erogata, già osservati rispetto all’anno 2010. Ancora criticità, soprattutto in alcune Regioni, per l’adesione ai programmi di screening e gli indicatori dell’area dell’assistenza territoriale erogata agli anziani e ai disabili. In questa area fa però eccezione l’indicatore relativo ai posti letto attivi in hospice per le patologie tumorali per cui si osserva un miglioramento nella maggior parte delle Regioni.
“La percentuale di parti cesarei primari è ancora elevata anche se per qualche realtà regionale si osserva una netta diminuzione; anche la percentuale di pazienti con frattura del femore operati entro 2 giorni non raggiunge ancora livelli soddisfacenti pur osservando in alcune Regioni un netto miglioramento”, evidenzia il ministero.
“Quanto descritto – commenta il ministero in conclusione – sottolinea la necessità di monitorare il mantenimento dell’erogazione dei LEA per tutte le Regioni italiane e andando oltre la valutazione della adempienza complessiva ovvero analizzando, attraverso gli indicatori della Griglia LEA, le singole aree che la compongono”. Griglia che, ricorda il ministero, viene aggiornata annualmente nel suo set di indicatori, rendendola in questo modo “flessibile” e “capace di adattarsi ai nuovi indirizzi politici-programmatori ed in grado di intercettare gli aspetti che via via si individuano come più rilevanti per quanto concerne l’erogazione dei Lea”. (Fonte: Quotidiano Sanità)