Smi-Lazio: “Noi, un Sindacato di Destra o di Sinistra?”

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La canzone di un grande cantautore italiano, pubblicata esattamente vent’anni fa, si intitolava: “Destra-Sinistra” e, nel testo, l’autore si chiedeva: “Ma cos’è la Destra, cos’è la Sinistra?”; sottolineando che: “Il pensiero liberale è di Destra, ora è buono anche per la Sinistra…”. Questo grandissimo artista era Giorgio Gaber, scomparso a 64 anni e di cui, lo scorso anno, si è celebrato il decennale della morte. Quindi, anche vent’anni fa, ci si interrogava su quale fosse la differenza ideologica fra Destra e Sinistra. E, oggi come ieri, al bar e sui giornali, si riflette ancora sulla diversità tra i due orientamenti. Ma, la domanda che mi pongo, è: un Sindacato di medici (e quindi corporativo), può essere di Destra o di Sinistra?

Un Sindacato di Destra dovrebbe voler liberalizzare il mercato e, quindi, rendere i contratti dei medici meno rigidi! Un Sindacato di Destra dovrebbe eliminare le tutele (gravidanza, ferie, malattia ed invalidità permanente) e la previdenza per tutti i medici! Mentre, un Sindacato di Sinistra, dovrebbe approvare il cooperativismo fra medici e, dunque, rendere più economico il lavoro svolto dai camici bianchi. Insomma, per comprenderci meglio, le Coop che appaltano il lavoro dei medici nelle autoambulanze pubbliche/private a 100 euro (lordi) a notte, dovrebbero essere l’esempio del Sindacato di Sinistra. Al contrario, un Sindacato di Destra, dovrebbe esaltare il ruolo dei medici rispetto agli altri attori del SSR e, un Sindacato di Sinistra, dovrebbe omogeneizzare tutte le figure presenti nel sistema sanitario regionale, con stipendi equi. E ancora: un Sindacato di Sinistra, dovrebbe fare in modo che i medici prestassero maggiore attenzione a tutti gli aspetti più fragili e deboli del Paese, sia dal punto di vista sanitario che economico. Al contrario, un Sindacato di Destra, dovrebbe mirare, esclusivamente, all’interesse economico del medico.

A questo punto la posizione dello SMI-Lazio è chiara. Infatti, mentre una forza politica si orientata in senso liberistico (a Destra) o statalista (a Sinistra), un Sindacato di categoria deve sempre e comunque tutelare gli interessi di tutti i medici. Risulta pertanto evidente che, in questa contingenza economica, ci deve essere una differenza fra Sindacati, che si basi su logiche interne e su motivazioni che spingono un gruppo a favorire un orientamento anzichè un altro.

Lo SMI-Lazio, oserei dire geneticamente, ha scelto la via della non distinzione fra medici del SSR  e, quindi, si è posto come obiettivo quello di rendere tutte le figure mediche afferenti al SSR sinergiche fra loro. Questo rappresenta il fiore all’occhiello che distingue lo SMI da qualunque altro tipo di Sindacato medico. Altra peculiarità dello SMI-Lazio è la ricerca di collocamento all’interno del SSR dei medici ancora fuori dal sistema (medici precari, sia dirigenti che convenzionanti) o con un basso reddito. Questi aspetti ci differenziano dagli altri Sindacati che, al contrario, hanno sempre fatto (sia per la dirigenza che per convenzionata) una politica sindacale di conservazione ed eventuale ridistribuzione delle risorse fra i medici già presenti all’interno del sistema; evitando l’accesso da parte delle forze giovani.

La scelta da parte dello SMI-Lazio di una politica di apertura ai medici con minore emolumenti o alle giovani leve, può risultare apparentemente assurda, visto che (data la loro condizione di precari), non possono essere iscritti ad un Sindacato. Ma, la motivazione, oltre ad essere utile alla popolazione ed alla categoria per motivi di maggior freschezza ed entusiasmo, è legata ad un fattore pratico, ovvero: le garanzie previdenziali e assicurative per tutti i medici del SSN.

Infatti, il mancato accesso di un congruo numero di giovani nel SSN e SSR, potrebbe non garantire la sostenibilità per il futuro delle casse del nostro Ente previdenziale che, per questo, potrebbe essere costretto (per motivi di cassa) a rientrare nell’INPS; come successo per l’Inpdap. Altri Sindacati fanno scelte differenti poiché, probabilmente, stanno organizzando diversamente il futuro pensionistico per loro e per i loro iscritti, attraverso forme assicurative o societarie che poco hanno a che vedere con il sindacalismo.

Quindi, non vorrei fare la figura dell’uomo di Sinistra, visto che secondo il testo della canzone di Gaber: “Tutto il vecchio moralismo è di Sinistra, la mancanza di morale è a Destra”. Però ritengo che una risposta a tutti quelli che, da anni, sostengono che lo SMI-Lazio sia un Sindacato di Destra, debba essere data. Personalmente, durante la mia attività sindacale che inizia nel 1992, non sono mai stato iscritto ad alcun partito politico e pretendo, per il mio gruppo, il rispetto che si deve alle idee e non all’appartenenza a questa o quella forza politica.

In conclusione, se è vero che siamo di fronte ad un cambiamento epocale, gradiremmo che anche l’atteggiamento della politica nei confronti dei Sindacati cambiasse e ne valutasse non tanto l’appartenenza partitica ma, soprattutto, le idee visto che, ideologicamente, non esistono Sindacati medici di Destra o di Sinistra.

Paolo Marotta, segretario SMI Lazio