Dopo la riunione di ieri con il sottosegretario alla salute, Vito De Filippo, il Sindacato dei Medici Italiani (e il Coordinamento Nazionale Precari dello Smi) e Fvm, hanno preso posizione contro il nuovo Dpcm presentato ieri dopo il passaggio e le modifiche del ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef).
Per Francesco Medici, vice segretario del Sindacato dei Medici Italiani e vice presidente di Federazione Veterinari e Medici «il nuovo testo è da rottamare», «è peggiorativo della bozza concordata a dicembre e lascia irrisolti gli innumerevoli problemi della sanità italiana e di migliaia di medici che la fanno funzionare».
«Il precedente Dpcm, che aveva trovato un moderato consenso – continua Medici – doveva essere accompagnato dal altri interventi che consentissero una complessiva opera di “bonifica” del precariato nel Ssn. L’obiettivo era di chiudere una fase e aprirne una nuova, con una seria politica di assunzioni e senza medici “stabilmente” al lavoro con forme di collaborazioni “falsamente a tempo”, come i cococo, i cocopro, ora esclusi dalla possibilità di partecipare ai concorsi…ecc.».
Entra sinteticamente nel merito dei punti critici, Mirella Triozzi, responsabile nazione della dirigenza medica dello Smi, che definisce «del tutto inefficace, e in alcuni casi inutile, il DPCM», sottolineando cosa non va bene:
- l’esasperante richiamo ai vincoli economici e ai vincoli di assunzione del personale,
- la priorità di assunzione attraverso le vigenti graduatorie dei concorsi per il tempo indeterminato,
- la possibilità e non l’obbligo di bandire i concorsi riservati (art. 2 comma 1)
- la conferma che possono adire i concorsi solo i medici che abbiano un rapporto a tempo determinato e subordinato (ovvero disciplinato dal CCNL)
- nessuna deroga alle regioni in piano di rientro, dove il fenomeno del precariato incide in misura maggiore e dove i vincoli economici dei piani di rientro si sommano a quelli di carattere generale»
«Infine – aggiungono i dirigenti Smi e Fvm – vogliamo ricordare come l’Italia su questa vicenda abbia già avuto una richiesta di chiarimenti (l’apertura di un processo di infrazione) da parte dell’Europa. Non vogliamo essere catastrofisti, ma se si insiste sulla strada del nuovo Dpcm andremo incontro a una decisione contro l’Italia, come avvenuto con i precari della scuola, con conseguente multa e con una montagna di ricorsi da parte di migliaia di medici, con relativo esborso di milioni di euro da parte dello Stato. La logica di corto respiro e ragionieristica del Mef rischia, quindi, di mettere in ginocchio il nostro Paese». «Siamo lieti che il ministero della Salute – conclude Emiliana Sanfilippo del Coordinamento Nazionale Precari – abbia recepito le nostre preoccupazioni e le nostre critiche, tuttavia non possiamo non mostrare il nostro forte dissenso per i molti mesi persi, anche considerando i forti richiami dell’Europa (e la possibilità di una multa e di una giustificatissima pioggia di ricorsi), e sulla mancanza assoluta di sensibilità per una questione strategica non solo per la vita di molti medici ma anche per la tenuta stessa dei servizi sanitari per i cittadini».