«Sono per il numero chiuso al corso di laurea di Medicina, ma il percorso di formazione di dieci anni è troppo lungo». Inoltre «è impensabile partire dal territorio senza prevedere una specializzazione in medicina generale». Lo ha detto la ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, intervenendo al II workshop nazionale sulla formazione universitaria di medicina dal titolo ‘Valorizzare il talento del capitale umano in sanità’, ospitato oggi presso il Policlinico Agostino Gemelli di Roma.
«Oggi ha più senso immaginare una formazione permanente che si evolve nel tempo, considerando che tecnologia, scienza e ricerca ci portano verso continui progressi di conoscenza. Sarebbe quindi più utile – ha proseguito Lorenzin – il ministro nel corso del confronto tra professori, politici e studenti organizzato dal Segretariato Italiano Giovani Medici – avere più momenti di alta specializzazione nel corso della vita professionale, che esaurirli tutti nel corso di cinque anni di formazione specializzata ad inizio carriera».
Altro tema da mettere sul tavolo quando si parla di formazione dei giovani medici è, per la ministra, «l’eccessiva frammentazione della specializzazione, che necessita di una riorganizzazione complessiva non su base regionale, ma nazionale».
Accanto a questo per Lorenzin, è «estremamente opportuno creare la specializzazione in medicina generale altrimenti invece che una missione diventa un rifugio». «Da dieci anni – ha ricordato Lorenzin – parliamo di potenziare la medicina del territorio perché incaricata di fare da filtro all’ospedale, ma poi il territorio non c’è. Chi è che fa le diagnosi? Non possiamo – ha concluso – immaginare una medicina territoriale che lavori in team con gli specialisti e che faccia da filtro diagnostico per non caricare il sistema e poi non gli diamo la dignità di una specializzazione».
«Sono per il numero chiuso al corso di laurea di Medicina, ma il percorso di formazione di dieci anni è troppo lungo». Inoltre «è impensabile partire dal territorio senza prevedere una specializzazione in medicina generale». Lo ha detto la ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, intervenendo al II workshop nazionale sulla formazione universitaria di medicina dal titolo ‘Valorizzare il talento del capitale umano in sanità’, ospitato oggi presso il Policlinico Agostino Gemelli di Roma.
«Oggi ha più senso immaginare una formazione permanente che si evolve nel tempo, considerando che tecnologia, scienza e ricerca ci portano verso continui progressi di conoscenza. Sarebbe quindi più utile – ha proseguito Lorenzin – il ministro nel corso del confronto tra professori, politici e studenti organizzato dal Segretariato Italiano Giovani Medici – avere più momenti di alta specializzazione nel corso della vita professionale, che esaurirli tutti nel corso di cinque anni di formazione specializzata ad inizio carriera».
Altro tema da mettere sul tavolo quando si parla di formazione dei giovani medici è, per la ministra, «l’eccessiva frammentazione della specializzazione, che necessita di una riorganizzazione complessiva non su base regionale, ma nazionale».
Accanto a questo per Lorenzin, è «estremamente opportuno creare la specializzazione in medicina generale altrimenti invece che una missione diventa un rifugio». «Da dieci anni – ha ricordato Lorenzin – parliamo di potenziare la medicina del territorio perché incaricata di fare da filtro all’ospedale, ma poi il territorio non c’è. Chi è che fa le diagnosi? Non possiamo – ha concluso – immaginare una medicina territoriale che lavori in team con gli specialisti e che faccia da filtro diagnostico per non caricare il sistema e poi non gli diamo la dignità di una specializzazione». (Fonte: Sole24Ore Sanità)