La normativa attuale prevede una ritenuta per i giorni di assenza per malattia con esclusione dei soli casi di infortunio sul lavoro certificati dall’Inail, ricovero ospedaliero o in day-hospital, patologie gravi che necessitano di terapie salvavita. La proposta di legge punta a “tutelare i diritti dei dipendenti affetti da patologie gravi e invalidanti”.
“Aggiungere le malattie croniche invalidanti e degenerative, che compromettono lo stile di vita e di relazione della persona, al novero delle patologie che sono escluse dall’esenzione della ritenuta per i giorni di assenza da lavoro”. Così i deputati del Movimento 5 Stelle descrivono in sintesi la Proposta di legge a prima firma Marialucia Lorefice che “vuole rispondere all’esigenza di tutelare i diritti dei lavoratori e, in particolare, di quelli dipendenti, affetti da patologie gravi e invalidanti, che si assentano dal lavoro per motivi di salute”.
La normativa attuale, infatti, prevede una ritenuta relativa ai giorni di assenza per malattia, con esclusione dei soli casi di infortunio sul lavoro certificate dall’Inail, ricovero ospedaliero o in day-hospital, patologie gravi che necessitano di terapie salvavita.
“La nostra Pdl intende porre rimedio a questo vulnus aggiungendo alle malattie sopraelencate anche quelle croniche invalidanti e o degenerative previste dal decreto ministeriale 329/99, aggiornato al Decreto 296/01 – spiegano i deputati del M5S -. La legge, così com’è configurata oggi, infatti, può determinare situazioni paradossali come i casi di lavoratori che stanno superando gli effetti di una grave malattia ma, comunque, sono costretti a sottoporsi a visite mediche di controllo periodiche. In pratica, devono sottostare allo stesso trattamento di quei lavoratori che si assentano dal lavoro per malattie non gravi. Tutto questo avviene perché, non sottoponendosi più a terapie salvavita, vengono automaticamente esclusi dalle eccezioni previste dalla l. n. 133/2008″.
“Nella nostra proposta di legge, infine – conclude la nota – il Governo viene delegato all’ampliamento della tutela anche in favore dei dipendenti del settore privato, previa apertura di un tavolo tecnico con le parti sociali interessate”. (Fonte: Quotidiano Sanità)