MEDICINA GENERALE APPALTATA A SOCIETA' DI SERVIZI? NO GRAZIE

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Il Sindacato Medici Italiani denuncia la mozione che mette seriamente a rischio il rapporto medico-paziente. Penalizzando, ulteriormente, i singoli professionisti

Il Sindacato Medici Italiani esprime profondo sgomento per quanto stabilito dal nuovo accordo stipulato dalla Medicina Generale che obbliga i medici di medicina generale a far parte obbligatoriamente delle cosidette aggregazioni funzionali territoriali e pone tale obbligatorietà come prerequisito per il mantenimento del rapporto convenzionale. Questo insieme all’aumento del carico burocratico di lavoro(reporting di attività di studio, di visite ambulatori e domiciliari, di telefonate ricevute e effettuate, trasmissione telematica dei dati dei pazienti)causa agli operatori sanitari  una situazione di ulteriore disagio rendendo ancora più farraginoso e complicato il lavoro del medico di famiglia, senza miglioramento della qualità assistenziale per i pazienti. A fronte di zero risorse ed ulteriori incombenze burocratiche,- sottolinea  LO SMI lAZIO-e di roboanti annunci, assistenza H 24, ruolo unico, integrazione tra le varie figure della medicina generale, vi è – di fatto -  un’assenza totale  di progettualità della parte pubblica. Ed in questo vuoto del comparto pubblico il maggior Sindacato dei medici di medicina generale (Fimmg) approva la nascita e l’obbligo di aderire a Società di Servizi,a capo delle AFT (AGGREGAZIONI TERRITORIALI FUNZIONALI) con ruolo intermediario tra il SSN ed i singoli professionisti.  «La nascita di agenzie di servizi che appaltano il lavoro dei singoli professionisti segnerà la fine del rapporto di fiducia medico-paziente – ha dichiarato Pina Onotri dello Smi-Lazio – e ci traghetterà verso una nuova forma di medicina assicurativa e privatistica che vedrà, sicuramente, la perdita della tutela sindacale per i medici e meno garanzie solidaristiche per l’utenza. Sicuramente – aggiunge – la nostra posizione è di netta contrapposizione a questo progetto che mira a distruggere quanto c’è di positivo nel SSN e a minare la libertà di esercizio della professione del medici di medicina generale, in termini di tutele garanzie guadagni,  Lo Smi- Lazio  – conclude Pina Ontri – si opporrà a chiunque tenterà di appaltare il lavoro dei medici a terzi. Fortunatamente abbiamo ancora margine per poter discutere la suddetta ipotesi di lavoro con i nostri iscritti». (23/12/2008)