SMI-LAZIO ALLA REGIONE LAZIO: «URGE CHIAREZZA SULLA PROVENIENZA DEI FONDI DESTINATI AL "PROGETTO INFLUENZA"»
Il Sindacato Medici Italiani ha presentato una interrogazione ai vertici regionali nella quale chiede chiarimenti sui reali costi del programma sanitario. Tanti proclami di vittoria senza riscontri oggettivi.
Il Sindacato Medici Italiani attraverso una interrogazione presentata alla Regione Lazio chiede delucidazioni relativamente alla provenienza, alla consistenza e alla destinazione finale dei fondi utilizzati per il "progetto influenza", nonché trasparenza sui risultati effettivi ottenuti dal suddetto programma. Dietro proclami altisonanti e annunci ad effetto si nasconde, dice il Sindacato, tutta un’ altra realtà dei fatti. "Un servizio inutile, con tanto fumo e pochissimo arrosto. Il progetto influenza – chiarisce Daniele Zamperini dello Smi-Lazio – ha avuto il principale compito di deviare le telefonate degli utenti ai Medici di Famiglia di giorno, e ai Medici di ex Guardia Medica, ora Continuita’ Assistenziale, di sera. Ma a cosa serve una duplicazione di servizi gia’ attivi? Cosa impediva ai cittadini di contattare direttamente il loro medico o la Guardia Medica? E perche’ non utilizzare invece questi fondi per il potenziamento dei servizi esistenti e costantemente sotto-organico, come appunto la Continuita’ Assistenziale? Noi riteniamo che molti degli utenti che si sono rivolti al numero verde cercassero un servizio assistenziale, non un banale centralino telefonico. Ci piacerebbe sapere quanto sia stato pagato (e a chi, e con quali criteri), per questo pseudo-progetto che nella realta’ è stata solo un finto servizio. I fatti dimostrano – sottolinea - che si tratta dell’ennesima bufala, "figlia" di uno smaccato meccanismo pubblicitario. La Sanità ha bisogno di soluzioni “vere”, che facciano dimenticare i nosocomi intasati e i Pronto Soccorso sommersi da utenti bisognosi di cure, e non di un’assistenza esclusivamente telefonica. E non dimentichiamo che la Regione ha deliberato l’istituzione di una task-force con un sub-commissario e dieci consiglieri per lo studio del piano di rientro. E questa task-force (che immaginiamo assai competente e proporzionalmente costosa) avrebbe davvero considerato le spese per il progetto influenza utili al piano di rientro? Ci piacerebbe proprio – conclude Daniele Zamperini – che qualcuno ci informasse adeguatamente". (24/01/09)