COMUNICATO STAMPA 20/01/09
SULLA FIRMA DELLE CONVENZIONI, IL COLPO DI MANO DELL’ENPAM
LO SMI SCRIVE UNA LETTERA APERTA ALL’ENPAM:
NON C’E’ STATA NESSUNA CONSULTAZIONE APERTA CON I SINDACATI
Il 22 dicembre scorso è stata firmata la preintesa per il rinnovo delle convenzioni dei medici di medicina generale, specialistica ambulatoriale e pediatri.Il Sindacato dei Medici Italiani non ha sottoscritto l’accordo. Tra i nodi contestati quello relativo alla previdenza. Per questa ragione lo SMI ha inviato, oggi, una lettera al presidente dell’Enpam, Eolo Parodi.
Salvo Calì, segretario nazionale SMI, spiega le ragioni di questa iniziativa: «Contestiamo metodo e sostanza. Non siamo stati consultati su questioni di primaria importanza come la previdenza dei medici. A cose fatte, cioè a firma avvenuta della preintesa (22 dicembre), è stata inviata una lettera (30 dicembre) su un nodo molto problematico della trattativa. Una tempistica sciagurata.
Ma non solo. Si è aggirato un punto su cui c’era, almeno a parole, l’accordo di tutta l’intersindacale: l’1,5% di aumento di contribuzione per l’Enpam andava caricato principalmente sulla parte pubblica, invece grava completamente sul 4,85% previsto per i medici, dimezzando così il previsto incremento contrattuale. Chi ha deciso tutto ciò. Perché è mancata la dovuta trasparenza?»
Roma, 20 gennaio 2009
LA LETTERA INVIATA ALL’ENPAM
All’On. prof. Eolo Parodi
Presidente dell’ENPAM
Onorevole presidente,
è con grandissimo stupore e altrettanta amarezza che leggo la lettera indirizzata dall’ENPAM alla S.I.S.A.C. nella quale Ella rappresenta la situazione finanziaria del fondo e ritiene che "…non possa prescindersi dal procedere ad un aumento dell’aliquota stessa sino a condurla ad un valore che assicuri l’equilibrio di lungo periodo della gestione…" e che "…in vista dell’imminente rinnovo convenzionale…" tale esigenza venga recepita (dalla SISAC?) "…prevedendo per l’immediato l’aumento dell’aliquota di contribuzione almeno nella misura di 1,5 punti percentuali e, nel contempo, le parti interessat…" (quali?) "… prendano atto della necessità di porre le basi per introdurre per il futuro un meccanismo di graduale ulteriore elevazione dell’aliquota di finanziamento…".
È veramente singolare il comportamento Suo e di quanti lo hanno inopinatamente ispirato. È inammissibile che Lei, nella qualità di presidente di una Fondazione la cui esistenza dipende dalla contribuzione dei medici, non abbia avvertito il dovere, perché di dovere si tratta, di un confronto preliminare con i medici e, per essi, con le organizzazione sindacali che li rappresentano in sede di trattative con la SISAC, alla quale soltanto la sua intempestiva nota è indirizzata, a maggior ragione se le motivazioni addotte nella sua lettera, sono, come ritengo, fondate. Perché dunque sottrarsi ad un sereno confronto con la categoria alfine di definire tempi e modalità, considerate peraltro le scarse risorse disponibili per il rinnovo contrattuale che nella cosiddetta preintesa vengono falcidiate dall’incremento della imposizione contributiva dell’1,5%, tutta a carico dei medici?
AvendoLe sempre rappresentato la mia sincera stima per la positiva attività che ha caratterizzato i suoi anni di presidenza, non posso adesso non stigmatizzare, con amarezza, con profonda amarezza, un comportamento che appare lontano dallo stile che ha sinora caratterizzato la Sua persona. Voglio soltanto ricordarLe che in occasione del precedente accordo, Lei ebbe a convocare quanto meno i segretari delle OO.SS. rappresentative per illustrare i problemi di prospettiva finanziaria dell’ENPAM, importanti allora come adesso. E’ esilarante, poi, la tempistica della Sua nota, che giunge alla SISAC quando già alcune OO.SS. hanno sottoscritto la preintesa, inserendo nella stessa le poste richieste da Lei in data successiva. Comportamenti pasticciati che suscitano, anche in chi non indulge nelle dietrologie, cattivi pensieri. A pensar male…dice il proverbio!
Evidentemente è stato ripreso, non so con quanta sua responsabilità, tanta comunque nella qualità di presidente, il malvezzo degli incontri separati e degli accordi precostituiti, forse mai cessato, ma in passato addolcito da una parvenza di dialogo e di confronto.
La forma, caro presidente, è sostanza delle cose.
Prendo atto della Sua "nuova" metodologia e Le porgo i miei saluti.
Il segretario
Salvo Calì