Il BUR del Lazio ha pubblicato recentemente una norma che sospende l’ erogazione gratuita di prodotti aproteici ai pazienti con insufficienza renale cronica. Finalizzata al risparmio sanitario, tuttavia la norma va a colpire una frangia di pazienti particolarmente deboli.
Un commento di Ermanno De Fazi Con il DECRETO DEL COMMISSARIO AD ACTA 23 novembre 2009, n. 76, la Regione Lazio, per la realizzazione degli obiettivi previsti dal Piano di rientro dal disavanzo economico nel settore sanitario, ha stabilito la sospensione dell’erogazione dei prodotti alimentari aproteici ai pazienti con Insufficienza
Renale Cronica (IRC) a carico del SSN (decorrenza 01/12/2009).
Ritengo sia opportuno mettere a conoscenza tutti i colleghi di Medicina Generale di questa scelta economico-politica ingiusta e sicuramente non coerente con i protocolli specialistici applicati sul controllo della progressione del danno d’organo in corso di IRC.
Pubblicato sul Supplemento ordinario n. 12 al BOLLETTINO UFFICIALE n. 4 del 28-1-2010, il decreto suscita non poche riflessioni di carattere etico e deontologico, soprattuto sul probabile incremento del numero
di pazienti destinati alla terapia dialitica, con relativo aumento della spesa pubblica, determinato dagli elevati costi che i cittadini affetti da IRC dovranno sostenere a proprio carico per una corretta ed efficace prevenzione secondaria.
Ermanno De Fazi
Vice Responsabile Centro Studi SMI – Lazio