Medici alle prese con il Pos per importi superiori a 30 euro. Scatta oggi la deadline indicata dalla deroga prevista dal Milleproroghe in prima applicazione per chi abbia un fatturato inferiore ai 200mila euro, prevista in esecuzione del Dm 24 gennaio 2014 del ministro dello Sviluppo economico, attuativo del decreto «crescita» (art. 15, c. 5 Dl 179/2012), che prevede appunto l’obbligo per i professionisti di accettare pagamenti attraverso carta di credito.
Tra gli studi interessati dal nuovo obbligo, quelli dei Mmg e quelli in cui si svolge libera professione intramoenia, per la quale la regola del pagamento elettronico era già stata prevista dalla legge Balduzzi (legge 189/2012).
Se la norma diventa operativa – nel senso che tutti i professionisti sono obbligati per legge ad accettare su richiesta del cliente pagamenti con bancomat per importi superiori ai 30 euro – non sono però previste sanzioni per quanti non si adeguano. L’unico rischio concreto è che, in assenza di contanti sul momento, il «debitore» paghi in ritardo e il professionista che non si sia attrezzato non possa rivendicare la cosiddetta “mora del credito”
Sul tema Ordini e sindacati stanno ancora cercando di prendere le misure: «Siamo impegnati a capire come possa impattare il fenomeno sui diversi tipi di professionista. La libera professione non è un concetto uniforme. Un conto è il titolare di un grosso studio, il professionista con fatturati alti, che il Pos lo ha già – afferma Roberto Lala presidente Omceo Roma – un altro è il giovane professionista per il quale la botta economica è forte, e di medici a partita Iva con pochi committenti se ne vedono sempre di più. Queste differenze vanno tenute presenti non solo in ambito deontologico, ma anche in campo pratico».
Per Costantino Troise (segretario nazionale Anaao) quella scattata oggi è «Una rivoluzione della trasparenza a metà. Imporre un solo strumento per la tracciabilità delle spese è assurdo – spiega – e va solo a danno dei medici. Mi chiedo perché non sono stati inclusi gli assegni o il bonifico: anche queste sono modalità di pagamento che lasciano una traccia. Mentre con il Pos si è voluto favorire un solo soggetto, le banche: le uniche che guadagneranno da questo provvedimento. Il principio della trasparenza è giusto e lo condividiamo – conclude Troise – ma così come è stato strutturato è difficile applicarlo. Inoltre non sono previste sanzioni per chi non si adegua. Non vorremmo che gli unici su cui peserà tutto questo sono i pazienti, che si vedranno aumentare le tariffe».
Questi gli oneri concreti per i professionisti: ciascuno dovrà prendere contatto con la banca di riferimento e farsi installare l’apparecchiatura (costo intorno ai 100 euro), pagare il canone, assimilabile a quello telefonico, e versare una piccola commissione automatica, da 0,60 a 2 euro per ogni operazione. Per i professionisti che esercitano a domicilio dei pazienti esistono dispositivi portatili, ma il costo delle commissioni sale. E l’onere può arrivare fino a 150 euro potenziali al mese.
Intanto gli i vari Ordini hanno cominciato a prendere contatti con le banche per attenuare l’onerosità dell’intera operazione: «L’obbligo di dotarsi dell’apparecchio Pos per i pagamenti sopra i 30 euro ha ottenuto un primo risultato: che i prezzi di questo strumento si stanno calmierando – spiega Marco Melosi, segretario nazionale dell’Associazione nazionale medici veterinari italiani (Anmvi) -. E’ possibile quindi, e lo consiglio, ritrattare le condizioni con la propria banca. In giro ci sono offerte e agevolazioni per i professionisti, con tariffe mensili più abbordabili». (Fonte: Il Sole24Ore Sanità)