Governance e appropriatezza, obiettivi centrati nel 2013 per il ministero della Salute. La Corte dei conti nella Relazione sul rendiconto generale dello Stato (VEDI) e nonostante tutti i problemi di corruzione e sostenibilità che il Ssn deve affronatre (VEDI) promuove la gestione dello scorso anno di Lungotevere Ripa, anche se tra gli aspetti positivi che rileva c’è un’ombra: «L’esercizio che si è chiuso è anche lo specchio della difficoltà di procedere oltre su tale percorso senza scelte selettive. E ciò sia nell’attività di programmazione generale, sia in quella di intervento proprio dell’Amministrazione», si legge nella relazione. (Consulta Il capitolo sul ministero della Salute del la Relazione sul rendiconto generale dello Stato).
E questo perché «il settore sanitario si trova oggi di fronte a scelte impegnative dal punto di vista finanziario: interessato, da un lato, da ulteriori pressioni per una riduzione ulteriore di risorse, dall’altro, da necessità legate al progresso tecnico e all’accesso a nuovi e costosi strumenti di cura e, da un altro lato ancora, dalla difficoltà di mantenere elevati prelievi fiscali locali. La scelta di non intaccare, almeno nel breve periodo, le risorse destinate alla sanità, ma di trovare all’interno del settore le risorse per affrontare i nuovi bisogni e le somme da destinare al finanziamento degli investimenti, non riduce l’impegno che si presenta per gli esercizi a venire».
Secondo la relazione poi, a queste necessità se ne vanno aggiungendo altre. Come quella di creare condizioni competitive in tema di salute con gli altri Paesi Ue, derivante dall’applicazione della direttiva sulle cure transfrontaliere; di garantire adeguati standard di qualità e sicurezza delle cure ai cittadini italiani ed europei e di adeguare i nuovi livelli essenziali di assistenza; di rilanciare e rafforzare l’assistenza territoriale per la prevalenza di patologie cronico-degenerative dovute all’invecchiamento della popolazione; di superare le criticità, sempre più rilevanti ed emergenti su buona parte del territorio nazionale che derivano dall’inquinamento ambientale, «con inevitabili ricadute sulla salute dei cittadini e, quindi, sulla spesa sanitaria».
«Il rinvio nella definizione del nuovo Patto della salute, nell’approvazione della revisione dei Lea, ma anche nella riscrittura del Piano sanitario nazionale o di quello di prevenzione, sono l’evidenza di una difficoltà di individuare concreti spazi di manovra per il reperimento »delle risorse», si legge ancora. E la relazione sottolinea che «all’Amministrazione centrale spettano, poi, ruoli significativi nel campo della prevenzione, della formazione, della gestione della sanità pubblica e nel sostegno delle politiche di investimento. Competenze di rilievo che sembrano oggi strette da un vincolo di risorse destinato a permanere nel medio periodo. Su questi terreni le scelte selettive da assumere vanno oltre i confini dell’Amministrazione della salute così come la necessità di individuare ulteriori fonti di finanziamento».
Spesa e costi
La relazione ricorda che il processo di riassorbimento dei disavanzi sanitari nelle Regioni in squilibrio strutturale è proseguito anche nel 2013. I progressi nel contenimento dei costi sono stati evidenti e la spesa è stata di circa 2 miliardi inferiore alle attese, confermando la sua stabilizzazione in termini di Pil al 7%. La rete di valutazione e di assistenza del ministero anche attraverso i “Tavoli di monitoraggio e verifica” ha continuato «a svolgere un ruolo prezioso in un percorso di aggiustamento che sia realmente strutturale. La definizione di regole contabili e l’esercizio dei conseguenti controlli hanno consentito di prevedere un sistema di garanzie a tutela dell’aggiustamento, creando una “cortina di protezione” sulla destinazione dei fondi. Le misure introdotte dai provvedimenti che hanno avviato a soluzione il pagamento dei debiti pregressi delle Amministrazioni pubbliche dovrebbero impedire il ripetersi in futuro dei fenomeni di ritardo nel fluire delle somme destinate al sistema sanitario e naturalmente, di quelle che si configurano come vere e proprie distrazioni di risorse per altre esigenze e finalità».
Lea e prestazioni
Il sistema di monitoraggio dei livelli essenziali delle prestazioni ha mantenuto la sua funzione di stimolo e di verifica «segnalando ancora le insufficienze nella qualità dei servizi resi, nella appropriatezza e nella organizzazione delle strutture, che sono alla base delle difficoltà economiche esplose negli squilibri strutturali. Hanno giocato un ruolo prezioso, e potranno giocarlo ancor più nei prossimi anni, i potenziamenti degli strumenti di raccolta dati che consentono di offrire elementi di benchmarking a sostegno nelle scelte gestionali».
Ambiente e prevenzione
Sono continuati, spiega ancora la relazione, gli interventi per la verifica dell’attuazione del Piano nazionale integrato dei controlli, in particolare sui contaminanti ambientali, l’igiene degli alimenti di origine animale e non animale, l’igiene delle tecnologie alimentari e Ogm, i prodotti destinati ad un’alimentazione particolare e integratori alimentari, gli alimenti addizionati con vitamine e minerali, l’importazione di alimenti.
E sono inoltre proseguite le attività di prevenzione con il programma “Guadagnare salute” e quelle collegate a progetti internazionali tra cui la relazione sottolinea il progetto Euromed per rafforzare i sistemi sanitari e l’offerta di salute della regione mediterranea.
La politica di risparmio
Tutti gli obiettivi sono stati centrati secondo la relazione con una contrazione «significativa» delle risorse (anche i residui passivi si sono signifciativamente ridotti del -12,3%). «Se guardando al dato complessivo la flessione è solo dello 0,9% in termini di stanziamenti e dello 0,4 per cento degli impegni rispetto all’esercizio precedente, al netto delle somme trasferite (a famiglie ed Enti territoriali) la riduzione si fa più netta: -13,5 per cento gli stanziamenti, -11,9 per cento gli impegni; la dimensione del budget del ministero nel 2013 passa da 1,5 miliardi a poco più di 340 milioni».
Anche le misure di riduzione e razionalizzazione della spesa approvate con il decreto del 9 gennaio 2014, con cui l’Amministrazione ha adottato il piano delle cessazioni del personale e il processo di riorganizzazione con il passaggio dalle tre strutture dipartimentali attuali all’unico segretariato generale, concentrando le funzioni trasversali di coordinamento dei tre dipartimenti in una sola struttura e puntando così a liberare risorse da utilizzare più proficuamente negli uffici dirigenziali di amministrazione attiva, «sono segnali significativi di un impegno a rendere compatibili le attività svolte con le necessità di contenimento della spesa». (Fonte: Il Sole24Ore Sanità)