La resa dei conti tra governatori è partita: Veneto e Lombardia hanno promesso battaglia, fino alla mancata intesa se sarà necessario, per evitare sorprese sui criteri di riparto (VEDI) secondo i costi standard. (Consulta la La bozza di Patto per la salute consegnata ai governatori per l’intesa)
«Ci sono alcune Regioni – ha spiegato oggi il presidente lombardo Maroni – che vogliono tornare indietro e altre che vogliono andare avanti, noi vogliamo andare avanti: la Lombardia a esempio ha avuto 54 milioni di euro in più con il nuovo meccanismo, senza fare nulla se non presentare i propri conti, soldi che sono serviti per azzerare il ticket a 800mila lombardi». E la Campania risponde: il tavolo per il Patto della salute a Roma «è una guerra» e ci sono «Pd, Lega Nord che sono un unico partito, che difendono un sistema e non vogliono perdere nulla», secondo il governatore Stefano Caldoro. «C’è un asse straordinario – spiega – Pd-Lega Nord. Non è un problema politico, ma una guerra fatta di interessi. ma sul Patto ci giochiamo il futuro della sanità per i prossimi anni».
E dalla commissione salute “allaragata” (non solo cioè le otto Regioni che hanno formato la task force per la stesura del documento) sono emerse alcune criticità su cui dovranno decidere i governatori.
La prima riguarda proprio la non condivisone da parte di tutte le Regioni il colleghamento delle risorse al Pil: meglio sarebbe se fossero epresse in valoire assoluto.
Poi, sui piani di reintro, anzi, di riorganizzazione e riqualificazione secondo la nuova dizione del Patto, le Regioni sottoposte hanno chiesto tempo per approfondire il testo;
Su edilizia sanitaria e investimenti sono ste chieste modifche da Regioni del Sud.
E altri articoli da ritoccare sono, oltre quello sul fabbisogno, quelli su assistenza territoriale, assistenza sanitaria negli istituti penitenziari, Piani di riorganizzazione e riqualificazione, appunto, Piano nazionale della prevenzione, dispositivi medici.
Ma il testo finale intanto c’è e, tranne modifiche di coordinamento ed eventuali ritocchi degli stessi presidenti dell’ultima ora per favorire l’intesa, è quello trasmesso lunedì 30 giugno ufficialmente alle Regioni (VEDI).
Un testo di ventinove articoli (come anticipato questa mattina da Il Sole-24 Ore:VEDI) in cui sono previsti una serie di rinvii a ulteriori intese, come ad esempio per ticket e Lea. E che, «salvo eventuali modifiche che si rendessero necessarie in relazione al conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica e a variazioni del quadro macroeconomico», stanzia dal 2014 al 2016 337,5 miliardi (ma non solo: si ampliano i confini per investimenti e risorse per l’edilizia) con i «risparmi derivanti dall’applicazione delle misure contenute nel Patto» che «rimangono nella disponibilità delle singole Regioni per finalità sanitarie». Dizione questa voluta dall’Economia, ma che le Regioni sono pronte3 a chiedere di cancellare così come l’aggancio automatico del fabbisogno al Pil.
Fuori Patto – ma da realizzare a strettissimo giro – ci sono anche gli standard ospedalieri che la legge Balduzzi (189/2012) demanda a un regolamento concordato con le Regioni, già pronto ormai da oltre un anno, destinato ora a subire ritocchi annunciati.
Il testo contiene poi uina serie di novità che – è la promessa – faranno anche spendere meno razionalizzando e i risparmi – è scritto- rimarranno nel Servizio sanitario nazionale. Tra le voci di risparmio ci sono proprio i Lea (900 milioni in tre anni è la previsione) e i farmaci (VEDI).
(Fonte: Il Sole24Ore Sanità)