LO SMI NON FIRMA LA CONVENZIONE

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Lo Smi non firma il nuovo A.C.N e conferma  lo stato di agitazione.

Si va verso una manifestazione nazionale

  SANITÀ, RINNOVO CONVENZIONE LO SMI NON FIRMA E CONFERMA LO STATO DI AGITAZIONE

 VERSO UNA MANIFESTAZIONE NAZIONALE UNITARIA DELLA CATEGORIA

  “Confermiamo lo stato di agitazione insieme alle altre sigle sindacali. È necessario organizzare una grande manifestazione unitaria per informare i medici su questo pessimo accordo. Non comprendiamo le ragioni di chi ha firmato”  Non c’è unanimità, ma va avanti la preintesa di Accordo Collettivo Nazionale (Acn o convenzione) per gli oltre 65mila medici di famiglia, di continuità assistenziale, del 118 e dei servizi. La riunione, che si  è da poco conclusa, ha visto la Sisac ferma sulle posizioni delle scorse settimane. Il Sindacato dei Medici Italiani (Smi), non ha firmato. Nella delegazione trattante erano presenti: Maria Paola Volponi, responsabile nazionale del settore e Giuseppe Tortora, vice segretario nazionale Smi. «La medicina generale e del territorio – denunciano Volponi e Tortora  - è ostaggio delle logiche punitive delle Regioni e del “silenzio-assenso” del ministero della Salute. Rimangono inascoltate le ragioni e le preoccupazioni della categoria.Una trattativa è fatta di mediazioni e di punti di incontro, in questo caso, invece, abbiamo dovuto accettare dei veri e propri ultimatum. Questo preintesa ha solo una filosofia di fondo: tagliare le risorse al territorio, caricando sui medici tutte le responsabilità dell’assistenza e il lavoro conseguente (anche burocratico). Così si mortifica il lavoro di migliaia di professionisti e si danneggiano i servizi di cure primarie: il fiore all’occhiello della nostra sanità pubblica. Tutto ciò in cambio di un piatto di lenticchie: il 2% di incrementi  a livello nazionale, l`1,2 per le trattative decentrate, tutto vincolato a nuovi compiti. Rimane legata ai piani di rientro la concessione dell’0,8%, sempre regionale, già accordato alla dirigenza: la politica spende male e chi paga sono i medici, incredibile! Non sono, inoltre, per nulla chiari i criteri di definizione dei responsabili delle Uccp. Sicuramente finiremo per avere i consueti particolarismi, cioè figli e figliastri». «Non comprendiamo davvero le ragioni di chi ha firmato – hanno concluso i dirigenti dello Smi – confermiamo, ancora una volta, lo stato di agitazione. È necessario organizzare una grande manifestazione unitaria per informare i medici su questo pessimo accordo». Roma, 10 marzo 2010