Il Consiglio regionale del Lazio ha appena approvato la legge 147 del 24 marzo 2014 «Misure finalizzate al miglioramento della funzionalità della regione Lazio: disposizioni di razionalizzazione e di semplificazione dell’ordinamento regionale, nonché interventi per lo sviluppo e la competitività dei territori e a sostegno delle famiglie», meglio nota come spending review regionale.
Ecco le principali misure, tra quelle varate, che riguardano anche il settore sanitario:
Esenzione Irpef a 28mila euro
Si prevede l’esenzione per il 2014 dalla maggiorazione dell’aliquota dell’addizionale regionale all’Irpef, pari allo 0,6%, oltre che per tutti gli scaglioni di reddito superiori a 15.000 euro anche per i soggetti con reddito imponibile ai fini dell’addizionale regionale irpef fino a 28.000 euro. Saranno esentati dall’aumento dell’Irpef 1,2 milioni di contribuenti. Un’ulteriore esenzione oltre ai 900 mila di soggetti fino a 15mila già esentati. La copertura della nuova esenzione Irpef sarà resa possibile grazie a una riduzione dei programmi di spesa relativi alle attività amministrative dell’ente per un totale di 39 milioni.
Riduzione degli organi di controllo
Si prevede la riduzione del numero dei componenti degli organi di controllo anche per gli enti del servizio sanitario. In sintonia con le leggi nazionali di spending review, si riduce da cinque a tre il numero dei membri dei collegi sindacali delle aziende sanitarie, con una conseguente riduzione dei costi ma anche con un migliore efficientamento della macchina amministrativa. Secondo la proposta di legge d’iniziativa della giunta, i tre membri dei collegi sindacali di Asl, Ares 118 e Irccs dovranno essere così designati: uno dal ministero delle finanze e due dal consiglio regionale a maggioranza qualificata. Per quanto riguarda le aziende ospedaliero-universitarie, invece, resta il riparto di un membro designato dalla regione, uno dal Mef e uno dall’Università. Grazie all’articolo approvato in commissione, si tagliano altre 42 poltrone e si risparmiano circa 630 mila euro all’anno in compensi.
Istituzione albo dei direttori amministrativi
Si fissano regole più stringenti per la nomina dei direttori sanitari di Asl e aziende ospedaliere, Ares 118 e degli Irccs con una riduzione degli spazi di discrezionalità nelle nomine e un conseguente innalzamento delle qualifiche. Viene escluso dalla nomina a direttore generale di Asl e aziende ospedaliere «chi, ritenuto responsabile di condotte dolose, sia omissive che commissive, sia stato condannato dalla Corte dei conti, anche con sentenza non definitiva». Gli stessi requisiti di nomina e inconferibilità vengono estesi ai commissari sanitari.
Autorizzazioni più semplici per strutture sanitarie private
Vengono liberalizzate le procedure per il rilascio delle autorizzazioni alla realizzazione, ampliamento trasformazione e trasferimento delle strutture sanitarie private, legando il rilascio delle autorizzazioni solo alla verifica dei requisiti tecnici, gestionali e strutturali, e non a una valutazione regionale dei fabbisogni, in un’ottica di mercato.
Riorganizzazione dell’arpa
L’agenzia regionale per la protezione ambientale potrà superare l’attuale gestione commissariale e provvedere, entro 90 giorni dall’entrata in vigore della legge, alla propria riorganizzazione interna con la nomina del direttore generale e dei due vicedirettori.
Norma su Lazio service
Via libera anche alle modifiche alla legge regionale istitutiva di lazio service, la società che ha per oggetto sociale lo svolgimento di attività e servizi strumentali alle finalità della regione lazio. La mission di Lazio service viene così adeguata alla più recente normativa nazionale e comunitaria in materia di società in house.
Nuova disciplina per l’apprendistato
la norma concernente la disciplina sull’apprendistato consente alla Regione Lazio di regolamentare le tre forme di apprendistato: di primo livello, qualifica e diploma professionale, di secondo livello, professionalizzante o di mestiere e di terzo livello, altaformazione e ricerca. In particolare per l’apprendistato di terzo livello, per la prima volta dal 2003, la Regione Lazio ha definito le regole e gli accordi che consentono ai giovani tra i 18 e i 29 anni che frequentano l’Università o un master o un dottorato di ricerca o un istituto tecnico superiore di poter lavorare e studiare contemporaneamente. Una nuova disciplina che valorizza l’esperienza del lavoro come strumento di crescita e acquisizione di competenze anche nel campo dell’alta formazione. (Fonte: Il Sole24 Ore Sanità)