Lo SMI difende la medicina territoriale

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Lo SMI appoggia i medici in servizio presso l’NCP di Fiumicino (RMD), che non voglio un declassamento della loro struttura, forti della consapevolezza dell’importanza della struttura di primo intervento nel territorio, della loro competenza e del riconoscimento della popolazione e dei mass-media.

Per questo motivo lo SMI si rivolge al Direttore Generale Giuseppina Gabriele con una lettera di precisazione e protesta.

    Oggetto: situazione dei N.C.P. di Fiumicino e Fregene   

Dalla vostra nota Prot. 76266 si evince che i NCP  debbano trattare solo patologie affrontabili dal MMG, nel proprio studio, eppure gli NCP di Fiumicino e Fregene fanno ben altro lavoro, come è chiaramente documentato nei resoconti che periodicamente vengono inviati all’amministrazione. 
Anche gli stessi MMG e PLS spesso inviano ai NCP (ex PPI) i propri assistiti per accertamenti e terapie che essi non sono in grado di fare, dimostrando che l’NCP fornisce prestazioni diverse da quelle del MMG(“ va’ al pronto soccorso a via Coni Zugna che ti fanno un ECG … una flebo..”). 
D’altra parte tali NCP sono strutture dotate di personale medico capace di fare fronte alle emergenze, nonchè di farmaci ed attrezzature (elettrocardiografo, monitor, defibrillatore, bombole ad ossigeno etc.) che consentono di  trattare qualsiasi patologia si presenti o almeno iniziare il trattamento a prescindere dalla supposta gravità. Gli NCP di Fiumicino e Fregene sono un punto di riferimento per la cittadinanza, che ad essi si rivolgono anche per gravi patologie, come riconosciuto anche dai mass media (vedi giornale). Inoltre il paziente. e/o i suoi familiari in molti casi non sono verosimilmente in grado di valutare la gravità della sintomatologia e il personale medico ed infermieristico ha l’obbligo morale, professionale e legale di trattare (o iniziare a trattare) qualsiasi malato si presenti, indipendentemente dal codice di triage eventualmente attribuitogli, e poi pazienti classificati come codici bianchi o verdi (da chi? non essendo previsto un servizio di accoglienza)  non è detto che restino tali. 
È da notare, ancora, che in queste condizioni,  il saltuario utilizzo del personale del poliambulatorio, come suggerito da codesta amministrazione, non essendo abituato al lavoro nei NCO, può non garantire una adeguata assistenza. L’amministrazione riferendosi alle note n°70277 del 26/09/06 e n° 84393 del 17/09/2009, in cui si definiscono le patologie di pertinenza dei NCP, in caso di contestazione, tutela se stessa e non il personale, nel caso abbia dovuto trattare (per motivi già detti) pazienti che presentino patologie più gravi (codici gialli o rossi) di quelle previste nelle citate note aziendali. 
Per questo i medici in servizio presso l’NCP intendono ribadire, il loro pieno impegno nella cura del paziente e la responsabilità dell’Amministrazione che non fornisce risorse adeguate affinché il lavoro possa venire svolto con il risultato solito che ha fatto scrivere note di elogio al giornale locale. 
Ci si rammarica, in ogni caso, che un tale centro, già declassato dalla originaria denominazione di Posto di Primo Intervento, rischi di essere ulteriormente depotenziato e che il patrimonio di professionalità e attrezzature ora presenti possa essere disperso sull’altare di uno scollamento tra quelle che sono le reali esigenze di salute della popolazione del territorio e  principi legislativi e normativi che si distaccano dalle reali esigenze dei cittadini.