Il Patto per la salute 2014-2015 è stato oggetto ieri, fino all’ultimo istante prima della firma, di modifiche e ritocchi legati alle trattative finali tra Regioni, Salute ed Economia. (Consulta Il testo finale del Patto per la salute 2014-2016). Il risultato finale è un mix tra il testo inviato ai governatori il 30 giugno (VEDI) e quello consegnato ufficialmente alle Regioni per l’intesa finale su cui si sono scatenate le ire dei governatori (VEDI) per le modifiche non concordate cgieste dall’Economia (VEDI).
Gli articoli “ritoccati” sono sostanzialmente quelli che hanno ripercussioni sulla dotazione finanziaria delle Regioni e quello sul personale in cui si interviene sul blocco del turn over per le Regioni in piano di rientro specificando che il blocco vale solo fino al 31 dicembre dell’anno successivo a quello della verifica positiva e che sarà da rivedere il famoso parametro dell’1,4% di riduzione rispetto alla spesa 2004 più volte richiamato nelle norme per tenere sotto controllo la spesa per il personale.
In particolare, il testo prevede una modifica legislativa perché il blocco automatico del turn over previsto dalla legge per le Regioni in piano di rientro per tutto il periodo di vigenza del piano, si fermi invece al 31 dicembre dell’anno successivo a quello della verifica positiva dell’attuazione del piano stesso.
Per quanto riguarda il contenimento delle spese di personale, dovrà essere modificata la previsione del Dl 98/2011 che prescrive a partire dal 2015 il rispetto del vincolo scritto nella Finanziaria 2010 di un tetto di spesa per il personale pari a quella del 2004 ridotta dell’1,4%, indipendentemente se la Regione sia in equilibrio economico. In particolare la modifica prevede un percorso graduale di applicazione fino al 2020 e, comunque, un approfondimento per aggiornare il parametro dell’1,4 per cento.
Altra modfica è nel compito per la Cabina di regia che dovrà vegliare sull’attuazione del Patto: dovrà monitorare anche l’applicazione delle misure di contenimento della spesa sanitaria individuate dal Governo.
Poi nelle norme finali, si è cambiata la possibilità («potrà» nel testo emendato dall’Economia) di rividere l’intesa sul Patto in caso di modifiche sostanziali delle assegnazioni previste (i 337,3 miliardi nel trioennio) per far fronte a obiettivi di finanza pubblica, con l’obbligo di rivederlo («dovrà» nel testo finale dell’articolo 30).
Infine, il sistema di monitoraggio che Agenas dovrà realizzare per rilevare scostamenti significativi delle performance nelle Regioni in piano di rientro in termini di qualità, sicurezza, efficacia, efficienza, appropriatezza ed equità dei servizi erogati, dovrà tenere sotto controllo anche eventuali differenze in quantità. (Fonte: Il Sole24Ore Sanità)