“La rottura delle Acque”

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Prima della scoperta delle sorgenti delle acque minerali (oligominerali, albule, ferruginose salso-bromo-iodiche, acetose etc.), l’uomo beveva le acque potabili, ovvero: provenienti da varie sorgenti che, per il loro contenuto, non erano dannose per la salute.

Infatti esistono da sempre acque minerali che avevano, (ed hanno), potere terapeutico. Tant’è che i medici dei primi del ’900 le utilizzavano con successo per trattare specifiche patologie. Premetto che non è nelle mie intenzioni e capacità scrivere un articolo scientifico ma, prima di arrivare al “dunque”, è bene ricordare che l’acqua minerale è considerata tale se ha origine da una falda o giacimento sotterraneo; proviene da una o più sorgenti naturali (o perforate), con caratteristiche igieniche particolari e proprietà favorevoli alla salute.

Fatta questa premessa, di cui sarete già tutti a conoscenza, traccerò una breve analisi sulle capacità terapeutiche di alcune di esse. Le acque bicarbonate, sono particolarmente indicate nelle cistiti e nei soggetti affetti da insufficienza epatica, ma hanno anche una discreta azione diuretica. Le acque solfate, utilizzate nelle colecistopatie, sono lievemente lassative; le acque clorurate favoriscono l’azione equilibrante sull’intestino e sul fegato; quelle ricche di magnesio facilitano l’evacuazione e prevengono l’aterosclerosi. Le acque ricche di fluoro, sono consigliate per i bambini perché migliorano la dentizione e quelle ferrose sono utilizzate per gli anemici.

Considerato tutto ciò, non comprendo come sia possibile che, dagli ultimi anni del ’900, ci sia stato un considerevole incremento del consumo delle acque minerali a discapito della salute. Infatti, tenendo presente che su tutto il territorio nazionale le acque sono potabili, con l’equilibrio di tutti gli elementi, non si comprende perchè i cittadini non si consultino con il proprio medico di fiducia per sapere quale sia l’acqua minerale di cui hanno bisogno.

La risposta me l’ha data uno spot pubblicitario di una nota marca di acque oligominerali a contenuto di bicarbonato solfato ferroso che “Fa bene a tutto!!!”. Questa non viene raccomandata solo da soggetti interessati ad un rientro economico, ma da ben 40mila medici di famiglia italiani.

Dunque, se tanti medici affidano la salute di “tutti” i loro pazienti (sani e malati), ad un’acqua utilizzabile soprattutto in soggetti con problemi renali, epatici e parzialmente anemici, vuol dire che fa bene veramente a tutto. Certo, mi sarei aspettato che questa pubblicità l’avessero realizzata i medici specialisti in terapia idropinica che, probabilmente, hanno maggiore esperienza in merito, eppure…

Forse, però, l’assunzione di quest’acqua non è indicata per i soggetti con colite cronica o ipotesi (poiché, migliorando la diuresi, allo stesso tempo si riduce la pressione arteriosa). Infine, nei poliglobulici o in tutti coloro con buona concentrazione di ferro, in quanto potrebbe provocare una siderosi.

Io sono solo un medico di famiglia e questo non è  - e non vuol essere – una articolo scientifico, come premesso ma, il buonsenso, vuole che ogni cosa debba essere utilizzata in base alle necessità individuali. Insomma, è come dare un “blando” anti-ipertensivo ad un soggetto normoteso…Quindi, la domanda che sorge spontanea è: perchè 40mila medici consigliano (o raccomandano) a tutti i loro pazienti un’acqua che ha un potere terapeutico? Forse la risposta è semplice; 39.992 medici non sanno di essere promoter di quest’acqua, ma i benefici li hanno gli altri 8? Per fortuna, da pochi giorni, la FNOMCeO ha varato il nuovo Codice deontologico. Probabilmente solo in pochi lo hanno letto o, forse, nel Codice è previsto che, a fronte di un cospicuo guadagno, un medico possa prescrivere farmaci anche a soggetti che non ne hanno necessità?

Paolo Marotta, segretario SMI Lazio