L’Anaao boccia il Patto senza appello: «Viste le premesse il risultato non poteva che essere insufficiente. Il Patto per la salute vive di buoni propositi e nasconde compromessi».
La Cimo è soddisfatta dell’approvazione, si accontenta degli standard ospedalieri che almeno “bloccano” il fai-da-te regionale, ma sul personale non transige: «Senza il reale coinvolgimento dei medici che sono la figura centrale del sistema non sarà possibile alcuna riforma».
La Cgil medici giudica positiva l’approvazione del Patto perché dopo tagli e sottofinanziamenti fa vedere uno spiraglio di luce, ma lo giudica «non sufficiente ad affrontare i principali nodi da sciogliere per ristabilire in tutto il Paese la tutela della salute».
Lo Smi lo definisce frutto di uno «stanco rito di un regionalismo agonizzante, incapace di una visione unitaria delle attuali problematiche del Ssn e della tutela della salute» e che «certifica ancora una volta come l’Italia sia lontana da un maturo federalismo e prossimo alle bieche logiche di un condominio.
Giudizi senza appello quelli dei sindacati medici, che anche nella milgiore delle ipotesi – pur ammettendo (alcuni) che il Patto ci voleva e che dal punto di vista del Ssn è un modo per rialzare la testa dopo anni di buio a suon di tagli da parte dell’Ecomia – rinviano qualunque entusiasmo al momento in cui “l’incom,piuta” del personale sarà delineata. Entusiasmo solo se in quel momento, al tavolo delle decisioni, ci saranno anche loro. (Fonte: Il Sole24Ore Sanità)
«Manca il “passo” del nuovo stato giuridico dei medici»
di Riccardo Cassi, presidente Nazionale Cimo
«Senza dialogo non c’è vera innovazione»
di Massimo Cozza, segretario nazionale Fp Cgil medici
Basta a un federalismo ( e a patti) “da condominio”
di Salvo Calì, segretario generale Smi, sindacato medici italiani