Asl Rm B, stop ai farmaci costosi
"Sanzioni ai medici che li prescrivono"Convocati tutti i medici del III Distretto, oggi nel VIII Municipio, perché si adeguino "al rientro economico"di ANNA MARIA LIGUORI
I medici della Asl Rm B, Terzo Distretto, accusati di curare al meglio i malati. La direzione regionale li invita a rivedere le prescrizioni di farmaci per il colosterolo, per l’ipertensione, per l’ulcera: oggi sono precettati per una riunione nel III Municipio, pena "provvedimenti sanzionatori", per aderire ai tagli del piano di rientro sanitario regionale.
Ma i medici del III Distretto, con una media di mille pazienti a testa, difendono quella che in gergo tecnico si chiama "appropriatezza prescrittiva". "Sono professionisti che lavorano in una delle zone più povere di Roma – spiega Pina Onotri, segretario organizzativo dello SMI Lazio - cassintegrati, disoccupati, pensionati, casalinghe senza reddito con molti figli a carico, vivono in percentuale altissima in quest’area disagiata, posti come Tor Bella Monaca, Torrenova e Torremaura. Qui i tagli regionali si trasformano in tragedie personali. I medici fanno quello che possono". Per far fronte al buco della sanità i decreti della Regione Lazio in materia parlano chiaro: i farmaci "griffati" con brevetto, statine (colesterolo), sartani (ipertensione), inibitori di pompa (esofagite e ulcera), possono essere prescritti solo dopo aver utilizzato per almeno otto settimane, senza successo, altri farmaci per la stessa patologia più economici. L’ultima circolare arrivata dalla Asl Rm B è del 17 maggio scorso, i medici sono invitati a cambiare immediatamente le cure, a sostituire i farmaci, a rientrare nel tetto di spesa previsto.
"Rivedere tutte le terapie in 10 giorni è impossibile – sottolinea Onotri, medico in un altro distretto di Roma – il "passaggio" tra due farmaci non è automatico. Quelli con brevetto sono completamente diversi dalle molecole dei generici. In moltissimi casi curare con questi ultimi significa non scegliere in scienza e coscienza la cosa migliore per il paziente. Tutti noi capiamo il momento di ristrettezza economica, la delibera regionale però non ci obbliga a cambiare i farmaci, ci invita a farlo. E lo si fa solo quando è possibile".
La Asl Rm B non sente ragioni però. Nella riunione, fissata per oggi alle 14 in una sala del III Municipio, firmata dal direttore del III distretto Maria Cedrola, i medici ci dovranno andare di rigore visto che, come si legge, "sarà rilevata la partecipazione". Lo spauracchio per i camici bianchi è chiaro, essere deferiti ad una commissione ad hoc che dichiari la loro "inappropriatezza prescrittiva" che li sanzioni, ignorando i tempi di attuazione necessari per una simile operazione. E che penalizzi troppo la salute degli assistiti. E Onotri chiarisce: "Ricordo che il medico può essere sottoposto dalla Asl alla valutazione sull’appropriatezza prescrittiva ma anche che la prova di inappropriatezza appare illecita se decretata dalla commissione Asl, senza che l’inidonietà della cura sia stata accertata direttamente con visita del paziente". Ancora: "La commissione potrà valutare l’appropriatezza della terapia che, ribadisco non è appropriatezza economica, ma prescrizione in scienza e coscienza di ciò che è meglio per il paziente, considerando le condizioni cliniche contingenti, le linee guida vigenti per patologia e le indicazioni del farmaco
Ma i medici del III Distretto, con una media di mille pazienti a testa, difendono quella che in gergo tecnico si chiama "appropriatezza prescrittiva". "Sono professionisti che lavorano in una delle zone più povere di Roma – spiega Pina Onotri, segretario organizzativo dello SMI Lazio - cassintegrati, disoccupati, pensionati, casalinghe senza reddito con molti figli a carico, vivono in percentuale altissima in quest’area disagiata, posti come Tor Bella Monaca, Torrenova e Torremaura. Qui i tagli regionali si trasformano in tragedie personali. I medici fanno quello che possono". Per far fronte al buco della sanità i decreti della Regione Lazio in materia parlano chiaro: i farmaci "griffati" con brevetto, statine (colesterolo), sartani (ipertensione), inibitori di pompa (esofagite e ulcera), possono essere prescritti solo dopo aver utilizzato per almeno otto settimane, senza successo, altri farmaci per la stessa patologia più economici. L’ultima circolare arrivata dalla Asl Rm B è del 17 maggio scorso, i medici sono invitati a cambiare immediatamente le cure, a sostituire i farmaci, a rientrare nel tetto di spesa previsto.
"Rivedere tutte le terapie in 10 giorni è impossibile – sottolinea Onotri, medico in un altro distretto di Roma – il "passaggio" tra due farmaci non è automatico. Quelli con brevetto sono completamente diversi dalle molecole dei generici. In moltissimi casi curare con questi ultimi significa non scegliere in scienza e coscienza la cosa migliore per il paziente. Tutti noi capiamo il momento di ristrettezza economica, la delibera regionale però non ci obbliga a cambiare i farmaci, ci invita a farlo. E lo si fa solo quando è possibile".
La Asl Rm B non sente ragioni però. Nella riunione, fissata per oggi alle 14 in una sala del III Municipio, firmata dal direttore del III distretto Maria Cedrola, i medici ci dovranno andare di rigore visto che, come si legge, "sarà rilevata la partecipazione". Lo spauracchio per i camici bianchi è chiaro, essere deferiti ad una commissione ad hoc che dichiari la loro "inappropriatezza prescrittiva" che li sanzioni, ignorando i tempi di attuazione necessari per una simile operazione. E che penalizzi troppo la salute degli assistiti. E Onotri chiarisce: "Ricordo che il medico può essere sottoposto dalla Asl alla valutazione sull’appropriatezza prescrittiva ma anche che la prova di inappropriatezza appare illecita se decretata dalla commissione Asl, senza che l’inidonietà della cura sia stata accertata direttamente con visita del paziente". Ancora: "La commissione potrà valutare l’appropriatezza della terapia che, ribadisco non è appropriatezza economica, ma prescrizione in scienza e coscienza di ciò che è meglio per il paziente, considerando le condizioni cliniche contingenti, le linee guida vigenti per patologia e le indicazioni del farmaco