Piani di rientro dai deficit sanitari che non puntino solo su tagli e contenimento dei costi ma che sappiano costruire un percorso concreto di riorganizzazione e riqualificazione delle sanità regionali in rosso. Questa la ratio delle nuove misure per i Piani di rientro previste dal Patto per la Salute 2014-2016 appena sottoscritto da Governo e Regioni. Il nuovo Patto sembra strizzare l’occhio a ‘Pianì dal volto più ‘umanò dopo le numerose critiche in tal senso piovute negli ultimi anni e visti anche i risultati a livello di Lea dove le Regioni in rosso (Lazio, Calabria, Molise, Sicilia, Piemonte, Puglia, Abruzzo e Campania) non riescono a darne piena attuazione. Dalla Verifica adempimenti Lea 2012, del Ministero della Salute si legge come «rilevanti inadempienze» permangono «per le Regioni in Piano di rientro». Certo, a livello economico i risultati (positivi) negli anni ci sono stati. A prescindere dalle coperture (le tasse), dall’analisi dell’ultima relazione sulla gestione finanziaria delle Regioni della Corte dei Conti, si nota come le Regioni sottoposte a Piano di rientro, dai 4,6 miliardi di euro di disavanzo del 2006 sono passate ad un deficit di 1,1 mld nel 2012. Una riduzione del 76% cui non è però spesso corrisposta una riorganizzazione dei servizi. Ed è proprio sulla ricerca di un equilibrio tra contenimento dei costi e riqualificazione dell’offerta su cui il Patto intende intervenire. In primis, si prevede di definire una norma che stabilisca come «in caso di nuovi commissariamenti, la nomina a commissario ad acta sia incompatibile con l’affidamento o la prosecuzione di qualsiasi incarico istituzionale presso la Regione soggetta a commissariamento». Misura che in sintesi decreterà l’estinzione della figura del presidente-commissario. Regioni e Governo hanno poi convenuto di prevedere nuove misure per la «semplificazione e razionalizzazione delle procedure di verifica degli adempimenti previsti dal Piano» con un’attenzione specifica in ambito di erogazione e obiettivi Lea, nonchè di coordinamento, oltre che di controllo sulle risorse. Affidata ad Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali), che diventa ancora di più organo di verifica centrale, la predisposizione (le procedure dovranno essere definite entro il 30 settembre) di «uno specifico sistema di monitoraggio, analisi e controllo dell’andamento dei singoli sistemi sanitari che consenta di rilevare, in via preventiva, attraverso un apposito sistema di allerta, eventuali e significativi scostamenti delle performance». Un vero e proprio sistema ‘Sos’ che consenta di valutare per tempo gli scostamenti delle performance dei Ssr. I commissari ad acta avranno anche il potere di proporre la decadenza di Dg, direttori sanitari e amministrativi qualora alla verifica annuale non siano stati raggiunti gli obiettivi stabiliti per contratto. Dovrà essere infine predisposto entro il 31 marzo 2015 un «testo unico di raccolta delle disposizioni vigenti in materia di piani di rientro dai disavanzi sanitari». (Fonte: Online News)