Il Sindacato dei Medici Italiani, in questi mesi, ha incontrato in diverse regioni, tra queste la Calabria, le Marche e la Lombardia, molti medici che operano in convenzione con l’Inps nei controlli e nelle visite fiscali per le malattie sul lavoro. E il quadro che ne emerge, attacca, Salvo Calì, segretario generale Smi, «è sconfortante e preoccupante».
Lo Smi si riferisce all’attività svolta dai medici che operano in seno alle Commissioni Invalidi Civili presso le ASL e di quelli che si occupano dei controlli fiscali disposti dall’INPS e dai datori di lavoro: «Partiamo da questi ultimi – prosegue Calì – in questi ultimi mesi sono state progressivamente ridotte le visite disposte dall’Istituto per la verifica dello stato di malattia, sostenendo che questa decisione sia dovuta alla mancanza di fondi, tutto ciò nonostante sia un servizio che si autofinanzia con le risorse recuperate con la sola azione disincentivante sulle c.d. false malattie. Un fenomeno che vede diverse vittime: i medici di famiglia (per la simulazione da parte dell’assistito), le imprese e la macchina pubblica, gli stessi colleghi, il buon funzionamento del sistema-Italia. Insomma, tana liberi tutti: i furbetti ringraziano».
«Inoltre – spiega ancora Calì – questi professionisti sono importanti perché consentono di liberare fondi grazie alla lavorazione dei cosiddetti modelli AS1, con i quali si vanno a individuare eventuali coperture assicurative che servono da rivalsa per l’INPS che anticipa le indennità di malattia e poi se le fa restituire dalle assicurazioni (RCA, INAIL, ecc)».
«In quanto ai medici delle Commissioni Invalidi Civili presso le ASL(anche essi non dipendenti), che validano in rappresentanza della Commissione Medica Locale INPS i verbali di invalidità giunti dalle ASL – continua – è bene ricordare che questi svolgono attività previdenziale e assistenziale valutando inabilità lavorative, revisioni, ricorsi, ecc. Le stesse considerazioni sull’autofinanziamento dei compensi fatti per i medici fiscali valgono anche per questi professionisti, che andando a colpire i falsi invalidi sono non solo una prima linea contro il malaffare, ma anche un importante e concreto risparmio per l’istituto e, quindi, per il Paese».
Il segretario nazionale Smi, mette in evidenza, quindi, come questi medici, «facciano tutto quello che fanno i loro colleghi dipendenti INPS con l’unica differenza che lavorano in libera professione, in balia di decisioni unilaterali, senza neppure la parvenza di un confronto, come quella che porterà con un bando del prossimo 7 agosto alla riduzione dei loro compensi di oltre il 30 per cento”.
“Al Governo Renzi chiediamo coerenza – conclude Cali – non si può parlare di lotta all’assenteismo e poi mettere in ginocchio gli strumenti di controllo. All’Inps, invece, un tavolo urgente con questi medici per mettere fine alla stagione delle decisioni unilaterali e punitive contro una categoria di professionisti”.