Mercoledì 3 e giovedì 4 settembre rispettivamente la commissione Salute e la Conferenza Stato-Regioni in seduta straordinaria faranno il punto sugli scenari aperti dalla sentenza della Consulta n.162 del 2014, che ha sdoganato l’accesso alla fecondazione eterologa in Italia.
Nei giorni scorsi il presidente dei governatori Sergio Chiamparino aveva affermato la volontà di garantire la piena attuazione della legge, stabilendo linee guida condivise tra regioni e governo. «Garantiremo il diritto alla fecondazione eterologa così come deciso dalla Consulta – ha detto – dopodiché ci sono decisioni da prendere che non sono di poco conto, perché dobbiamo evitare che questo ambito così delicato si trasformi in una giungla normativa con forti differenze da Regione a Regione, grazie alle quali si possa scatenare una sorta di mercato parallelo».
I nodi cruciali che il gruppo tecnico delle Regioni dovrà iniziare ad affrontare in materia di eterologa sono i criteri con cui definire: la selezione del donatore, l’età minima e massima; l’istituzione di un registro dei donatori, per fissare un numero massimo di donazioni; la garanzia della tracciabilità del percorso dal donatore al ricevente; la gratuità della donazione; l’anonimato e il consenso informato; gli esami genetici e infettivi. E le Regioni dovranno stabilire se e quanto la prestazione sarà fatta pagare ai cittadini.
A ventilare l’ipotesi di un accordo Stato-Regioni era stata a metà agosto la stessa ministra della Salute Beatrice Lorenzin, che dopo aver annunciato un nuovo tavolo sull’eterologa, possibilmente con la Consulta, continua a sostenere la necessità di istituire un registro per la tracciabilità dei donatori e l’esigenza di scongiurare, grazie a linee guida concordate appunto con i governatori, l’affermarsi di un far west normativo in Italia. (Fonte: Il Sole24Ore Sanità)