SMI-LAZIO – CERTIFICAZIONI ON-LINE: SINDACATI PRONTI A “SCIOPERO TELEMATICO”
(Roma, 27 giugno) - Ancora dubbi e perplessità in materia di certificazioni mediche on-line. Una procedura non contemplata dall’Accordo Collettivo Nazionale (Acn) della medicina generale e che, peraltro, rappresenta un enorme aggravio burocratico per il medico, declassato alla mera figura di terminalista informatico. A lanciare l’allarme il Sindacato dei Medici Italiani del Lazio (Smi), pronto a proclamare un dissenso telematico, in accordo con Snami. Il provvedimento, che mette in campo sanitario le certificazioni telematiche, incontra non poche problematiche a causa della mancata sinergia tra Regione, Inps, Asl e camici bianchi. Inoltre, nonostante i vertici sindacali abbiano chiesto chiarimenti in merito alle criticità delle certificazioni mediche on-line, non sono stati ancora convocati dalla Regione Lazio. «La Regione – dichiara Giuseppe Di Donna, presidente regionale Snami-Lazio – deve farsi carico delle spese di personale di studio che i medici saranno costretti ad assumere per il disbrigo di queste ulteriori incombenze, nonché delle spese relative alla connettività e alla gestione informatica. In un momento particolarmente complesso, in cui la finanziaria appena approvata chiede ai medici di medicina generale dei sacrifici pesantissimi dal punto di vista economico, non si può imporre a questa categoria di ridurre tempo per dare assistenza a fronte di oneri burocratici per inviare certificazioni mediche. Non dimentichiamo – conclude il Presidente regionale Snami-Lazio - che sul nostro territorio sono dislocate anche zone in cui non vi è alcuna copertura Adsl (valle del Salto, del Turano e dell’Aniene)». «Il Sindacato dei Medici Italiani - aggiunge Gian Marco Polselli, segretario regionale Smi-Lazio – ha già fatto esplicita richiesta alla governatrice del Lazio, Renata Polverini, di prevedere una proroga per la trasmissione telematica dei certificati di malattia; affinchè vengano risolte tutte le suddette criticità. Inoltre auspichiamo che a tutti medici della Regione Lazio, sia consentito di attuare, contemporaneamente, la pratica della certificazione on-line. Basti pensare che Asl, ospedali e policlinici universitari, non sono ancora pronti all’invio telematico; con il rischio che i 5.400 medici di medicina generale presenti sul territorio, siano costretti a fare i terminalisti per conto dei restanti 24mila colleghi abilitati all’invio della documentazione on-line. Con questa procedura, infine, saranno penalizzati anche i cittadini che decideranno di rivolgersi alla sanità privata convenzionata e non, poichè dovranno far riferimento ad un medico di medicina generale o ospedaliero per inoltrare il proprio certificato medico. Un iter inaccettabile sia per gli utenti, che per gli stessi medici. Alla luce dei fatti – conclude Gian Marco Polselli - invitiamo tutti i vertici degli Ordini dei medici del Lazio, a riconoscere la certificazione telematica quale diritto-dovere di tutti i medici iscritti agli Albi professionali e non solo per i professionisti che operano direttamente per il Servizio Sanitario Regionale. Diversamente, come gi detto, saremo costretti ad attuare tutte le forme previste per contrastare una operazione che appare improvvisata e fonte di confusione e disagio per i medici ed i cittadini fino ad una vera e propria “protesta telematica”».
Ufficio Stampa Smi-Lazio
Elisabetta Menga