Blocchi retributivi: verso una mobilitazione unitaria della sanità

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“Peggio il tappo del buco”. Questo il commento dell’Anaao Assomed al fatto che “Il Governo reagisce alla protesta montante contro la ennesima proroga di un blocco salariale quinquennale nel pubblico impiego dichiarandosi sorpreso, perché il blocco dei contratti era nel DEF. Ma dimentica, afferma il Segretario Nazionale dell’Anaao Assomed Costantino Troise, le smentite stizzite di aprile e, nello stesso tempo, ricorda a tutti che in quel testo c’è scritto che il blocco dura fino al 2018″.
“Il Ministro degli Interni” prosegue la nota del sindacato “riconosce legittime le richieste avanzate dalle forze dell’ordine ed annuncia che i soldi ci sono per gli statali in divisa. Mentre il Ministro della salute tace, convinto, forse, di avere esaurito il suo compito con il patto della salute e la nomina del nuovo CSS, invece di farsi portavoce della sofferenza in crescendo degli statali in camice, rappresentandone i sacrifici, la specificità, la professionalità e la abnegazione. Magari ricordando al Governo che rispetto alla Germania, odierno modello di riferimento, spendiamo ogni anno 7 miliardi in più per la sicurezza e 20 in meno per la sanità, e con risultati non inferiori. E che nella gerarchia dei valori dei cittadini la salute è ai primi posti. E che la abolizione del blocco retributivo per la sanità, che è l’unico settore del pubblico impiego che NON ha scatti di anzianità, è a costo zero per i bilanci pubblici. Il tormentone dei sacrifici per il pubblico impiego non può valere solo per la sanità ed i ministeriali.

Sarà anche vero che nella pubblica amministrazione “c’è grasso che cola”, ma compito del Governo è indicare dove è il grasso e dove cola. Ed anche tagli semi-lineari dovrebbero avere ben presente la differenza tra un defibrillatore ed un F35.

Le politiche di compressione delle retribuzioni e delle dinamiche contrattuali stanno erodendo la quantità e la qualità dei servizi sanitari, demotivando ed umiliando chi tiene aperti i cancelli della “fabbrica sanità” garantendo la salvaguardia di un bene prezioso come la salute, tutti i giorni e tutte le notti, come le forze di polizia. Il risultato è un impoverimento della sanità pubblica che 80 euro non basteranno a compensare ed il rischio di compromettere la natura pubblica del sistema.
Se il Governo, come dice, vuole procedere nella riforma della pubblica amministrazione (salario, efficienza, merito) è obbligato a riprendere l’attività negoziale, con il finanziamento che riterrà adeguato. Questa è la fisiologia, come afferma la stessa Corte dei Conti.
Contro la patologia dovremo mettere all’ordine del giorno una mobilitazione unitaria di tutto il mondo della sanità” conclude l’Anaao “in difesa non tanto e non solo dei livelli retributivi, ma del ruolo sociale e della dignità del lavoro svolto dai suoi professionisti”. (Fonte: Panorama della Sanità)