Il Patto per la salute conferma il decreto Balduzzi e cambia la fisionomia delle cure sul territorio. Per i medici di medicina generale e per i pediatri di libera scelta si tratta di una sfida che coinvolge sia l’organizzazione del lavoro sia i rapporti con i pazienti. Cosa ne pensano i medici delle cure primarie, direttamente impegnati sul campo? L’indagine realizzata da CompuGroup Medical Italia Group per Il Sole-24Ore Sanità dà conto di una visione essenzialmente “nera” rispetto alle chance offerte dal riordino, al centro delle trattative appena partite per il rinnovo della Convenzione, e basate proprio su quell’articolo 5 del Patto costruito sull’ossatura della legge 189/2012. (Consulta I risultati dell’indagine)
Innanzitutto, salta agli occhi la sostanziale bocciatura della ristrutturazione in arrivo, basata sulle aggregazioni funzionali territoriali (Aft) e sulle unità complesse di cure primarie (Uccp): il 40% dei 1.640 medici che hanno risposto al sondaggio dichiara di non essere «d’accordo» con la revisione, mentre il 38% lo è solo in parte. A motivare questo approccio negativo è, da una parte, l’assenza di forme organizzative analoghe dichiarata nel 58% delle risposte, mentre, dall’altra parte, pesano la mancanza di una formazione specifica in capo agli stessi Mmg e Pls (ben l’80% delle risposte) e l’idea diffusa (60%) tra i professionisti che l’assistenza ai pazienti non trovi giovamento dalla riorganizzazione dell’offerta su scala multiprofessionale nelle Uccp. Il corollario è che secondo i medici delle cure primarie difficilmente l’h24 potrà scongiurare l’inappropriatezza degli accessi in pronto soccorso, anche perché la tanto sbandierata assistenza h24, per il 63% del campione, non è facilmente realizzabile sul territorio in cui il camice bianco concretamente opera.
Un quadro a tinte fosche, insomma, aggravato dalla sfiducia registrata nella metà degli interpellati (il 49%, per la precisione) rispetto alla capacità della propria Asl di recepire rapidamente ricetta elettronica e fascicolo sanitario elettronico, i due strumenti d’elezione indicati sempre nel patto per la salute per garantire la continuità dell’assistenza. Né medicina d’iniziativa, farmacia dei servizi e distretto-regista delle cure ricevono un trattamento migliore, visto che solo il 18% del campione li considera utili a oliare l’ingranaggio della rete di cure primarie di domani.
Infine, il rapporto con i cittadini: per il 46% dei Mmg e dei pediatri “sentiti”, il web riuscirà solo “in parte” a fungere da cinghia di trasmissione delle informazioni sulle nuove procedure di presa in carico ai cittadini. (Fonte: Sole24Ore Sanità)