Dopo le precedenti polemiche, torna a far discutere la novità introdotta nella struttura capitolina. I due sindacati attaccano: “E’ lesiva delle specificità mediche, dei diritti del malato in quanto affida competenze di stretta pertinenza medica ad altre figure professionali, e quindi ponendo gli stessi pazienti in situazione di rischio alla salute”.
“Ancora un attentato alle esclusive competenze mediche”. Non usano mezzi termini l’Anaao Assomed e la Cosmed Lazio per commentare la delibera 318 del 01.07.2014 della Asl Rm B con cui si istituisce, nell’Ospedale Pertini di Roma, un’Area di degenza a bassa e media intensità di cure a diretta responsabilità organizzativa infermieristica.
“E’ ormai troppo tempo – attacca una nota – che si trascina questa sotterranea guerra al ruolo medico nella sua interezza, cercando di minarne la specificità di cui la storia e la legge lo hanno investito da sempre quale baluardo del paziente nelle vicende legate alla malattia”.
Al medico è stato ed è, sempre per legge, richiesto un percorso formativo di studio enorme, sottolinea la nota, “il più lungo e faticoso di tutti, una laurea con tirocini pre e post laurea, un esame di stato di verifica, una specializzazione, un aggiornamento continuo, una dedizione etica e morale, un’attitudine per una professione ai confini della missione, acquisita in anni e anni di cure ai malati in qualunque contesto, difficoltà e realtà, senza dimenticare la vocazione dirigenziale e la responsabilità nelle cure, che il ruolo di medico gli ha conferito dall’inizio della sua storia”.
Secondo i due sindacati, l’apertura da parte della Asl Roma B dell’ Ambi (Area di degenza a Media –Bassa Intensità Assistenziale) “è stata spacciata dal Presidente Zingaretti, come la soluzione degli eccessivi accessi al Pronto Soccorso, mentre invece sono solo altri 10 letti aggiunti che saranno occupati quasi per intero da pazienti anziani e sempre in stato di grave fragilità per le loro pluripatologie, e che, pur di ridurre i costi vengono classificati come letti a costo ridotto, per pazienti di serie B, a media e bassa intensità di cure, a costo zero per il personale, e di cui si affida la responsabilità organizzativa diretta e la sorveglianza clinica alla cosiddetta dirigenza infermieristica”.
Per l’Anaao e l’Assomed l’accordo politico-sindacale “con cui l’amministrazione della Asl, sotto la spinta regionale, riconosce mansioni mediche a pochi infermieri concedendo illeciti riconoscimenti apicali organizzativi e responsabilità non di competenza e di contro l’amministrazione, per cui la politica regionale ottiene un risparmio economico e la non contestazione della base infermieristica turlupinata dalle loro stesse capo e dal loro stesso sindacato”.
E’ per questo che la delibera 318 della Asl Rm B viene considerata “lesiva delle specificità mediche, dei diritti del malato in quanto affida competenze di stretta pertinenza medica ad altre figure professionali, e quindi ponendo gli stessi pazienti in situazione di rischio alla salute, è lesiva inoltre dello stesso profilo delle competenze infermieristiche in quanto pone gli infermieri in situazione di potenziale illecito per millantato credito e rischio di lesioni ai danni dei pazienti per incompetenze professionali”.
L’Anaoo Assomed e la Cosmed Lazio chiedono quindi con forza, “la revoca di tale delibera e l’annullamento degli atti da essa derivanti”. Diffidano inoltre i direttori generali e le Aziende Sanitarie del Lazio “dal procedere ad analoghe iniziative senza un preventivo confronto con le organizzazioni sindacali della dirigenza medica e sanitaria”. (Fonte: Quotidiano Sanità)