Il Sindacato dei Medici Italiani, alla vigilia della riunione convocata il 2 ottobre dal ministro Lorenzin con i presidenti delle Commissioni esaminatrici del test di ammissione al corso triennale di formazione specifica in medicina generale (medicina di famiglia), ha chiesto ancora una volta che si faccia chiarezza sulle molte segnalazioni di irregolarità nell’ultimo test della scorsa settimana.
Per lo Smi sarebbe grave non intervenire, con decisione, su una vicenda che ha visto diversi giovani protestare, con foto, video, testimonianze firmate, segnalando palesi infrazioni del regolamento in alcune commissioni, così come evidenti disfunzioni organizzative, se non proprio situazioni di chiaro caos. Opportuna, in tal senso, l’interrogazione parlamentare di Pierpaolo Vargiu, presidente della Commissione sanità della Camera dei Deputati.
Salvo Calì, segretario generale Smi: «Circa 10mila candidati per 900 borse in tutta Italia e diverse Regioni non erano neppure preparate a livello logistico. Non possiamo girare le spalle alla giusta indignazione dei giovani, così come non possiamo lasciarli soli in un ambiente dove è evidente, e diffuso, un certo timore “reverenziale”: d’altronde, è bene ricordare che i commissari di esame saranno i futuri docenti dei corsi, e che le commissioni sono espressione degli ordini e, quindi, indirettamente anche dei sindacati».
«Lo stesso Smi – continua – ha fatto una forte riflessione, anche autocritica, su un sistema che è deficitario e ingiusto. La proposta: si punti, già nelle prossime prove (sempre a rischio di irregolarità e polemiche), su un concorso unico nazionale da tenersi sempre nelle sedi decentrate, ma in strutture adeguate e in condizioni di sicurezza certe, con criteri uniformi, sottratto alle “(in)competenze” delle Regioni e con Commissioni di alto profilo e indipendenza. Non è possibile che ci sia una commistione così forte tra ordini-sindacati-formazione. E’ vecchio, corporativo, sbagliato…manca della necessaria trasparenza». (Fonte: Sindacato Medici Italiani)