Si è chiuso a Roma, (all’Ergife), il III Congresso Nazionaledel Sindacato dei Medici Italiani-Smi (organizzazione rappresentativa sia nella area della dirigenza sia della convenzionata). Gli oltre 400 delegati, provenienti da tutta Italia, hanno rinnovate le cariche elettive. I lavori sono stati chiusi dal nuovo segretario generale, Pina Onotri. Ecco l’elenco completo dei nuovi organismi dirigenti: Presidente Nazionale, Salvo Calì (già segretario generale), vice Presidente, Cosmo De Matteis, vice Segretari generali, Luigi De Lucia (vicario) e Gianfranco Rivellini, riconfermato alla carica di Segretario organizzativo e Tesoriere, Ernesto La Vecchia. È stato, quindi, eletto Presidente Emerito, per acclamazione, Giuseppe Del Barone.
Responsabili delle aree contrattuali: Dirigenza Medica, Mirella Triozzi,Medicina Generale, Enzo Scafuro, Specialistica Ambulatoriale, Walter Antonacci, Pediatria di libera scelta, Silvia Petralli.
All’indomani delle quattro intense giornate Pina Onotri, nuovo segretario generale, già responsabile del settore della Continuità assistenziale, medico di famiglia (esercita a Roma) con una lunga esperienza nella guardia medica, ha tracciato un bilancio fortemente positivo dell’assise romana: «Il sindacato ha puntato sul binomio rinnovamento e continuità, rinnovamento con la mia elezione a segretario generale, continuità nella proposta politico-sindacale. Con una premessa, correggere le storture derivanti dalla riforma del Titolo V e le fughe in avanti del Regionalismo, ma anche con precise priorità: contratto unico per tutti i medici, basta con la frattura tra garantiti e non. Il contratto unico, come lo abbiamo immaginato, coniuga maggiore flessibilità a maggiori garanzie, uno strumento che punti all’omogeneizzazione delle tutele e che consenta di superare l’attuale dilagare del precariato e dei contratti atipici della dirigenza; ma anche il precariato dei rapporti di lavoro a tempo determinato e a orario ridotto nella convenzione».
«Quindi – aggiunge – riorganizzazione delle cure primarie, avendo come asse centrale il ruolo (e accesso) unico, insieme al tempo pieno e alle tutele, ma anche alla valorizzazione dell’emergenza-urgenza, nonché di tutte le professionalità operanti sul territorio. E basta con la de-medicalizzazione e privatizzazione del 118, come sta avvenendo (o si è in procinto di fare) in molte regioni (tra queste Toscana e Lazio). Ridiamo ossigeno ed energia ai nostri ospedali, asfissiati da turni massacranti, dal taglio dei posti letto, dal blocco dei contratti e del turn over».
«Abbiamo, appunto, lanciato un forte messaggio alla Politica e al Governo – prosegue Onotri – ma c’è bisogno di ritrovare unità nella categoria, avere una voce unica per avviare la necessaria riforma del Ssn, superando la legge Balduzzi, perché inefficace, e intervenendo sul vero nodo da aggredire: la mutata domanda di salute, l’invecchiamento della popolazione e, quindi, il problema della cronicità. Dobbiamo dare risposte credibili e darle presto, per tutelare davvero il diritto alla salute dei cittadini».
Quindi, Pina Onotri, guardando retrospettivamente all’assise, ha messo in rilievo, oltre all’alto livello delle analisi dei delegati, «il contributo ai lavori del Congresso di esponenti del mondo accademico come Ivan Cavicchi, grande esperto di questioni sanitarie, e Bruno Caruso, quest’ultimo noto giuslavorista (già nella squadra del compianto Massimo D’Antona, grande riformista, vittima della violenza terrorista) è autore dello studio sul contratto unico». «Ma anche – continua – con gli interventi dei componenti della Commissione Affari Sociali, on. Giovanni Monchiero e il presidente on. Pierpaolo Vargiu, nonché del responsabile della segreteria politica del presidente della Commissione Lavoro, Cesare Damiano, on. Giovanni Battafarano. Importante, l’attenzione mostrata (seppur assenti) con i loro messaggi, dal ministro Beatrice Lorenzin, del sottosegretario, Vito De Filippo, della presidente della Commissione Igiene e sanità, Emilia Grazia De Biasi e del sindaco di Roma, Ignazio Marino».
«Siamo in un momento storico delicato – conclude – in cui c’è una forte volontà politica di svalutare il lavoro e un attentato ai valori fondanti della nostra società, di cui la sanità è uno dei pilastri fondamentali. Per tale ragione, è questo il momento di fare più sindacato, recuperando la “mission” che ci contraddistingue: difesa della sostenibilità del sistema e dei diritti di chi ci lavora». (Fonte: Sindacato Medici Italiani)