Collaudo terminato, sanzioni da febbraio 2011
SMI-LAZIO, CERTIFICATI MEDICI ON-LINE: «ORA LA REGIONE DEVE DARE RISPOSTE»
Il Sindacato dei Medici Italiani del Lazio, chiede una audizione urgente in Commissione sanità per l’applicazione delle norme nazionali. Servono tempo, percorsi e risorseadeguate
Roma, 16 set. (Adnkronos Salute) – Sui certificati malattia online "servono risposte concrete dalla Regione Lazio" dopo la chiusura della fase di collaudo per il nuovo sistema di certificazione e la decisione di non ‘punire’ i medici inadempienti fino a febbraio 2011. "Questo ulteriore periodo senza sanzioni deve essere utilizzato, però, per instaurare un dialogo concreto a livello regionale ", dice Gian Marco Polselli, segretario regionale del Sindacato dei medici italiani (Smi-Lazio). "E’ impensabile illudersi che un cambiamento così radicale nel lavoro dei medici di famiglia possa realizzarsi ‘quasi per magia’, senza che la Regione garantisca i supporti informatici gestionali e logistici appropriati per poter adempiere al decreto Brunetta" Secondo Polselli, che ha chiesto un’audizione urgente alla Commissione Sanità regionale, non si può addossare "ai singoli medici la responsabilità e l’onere della messa a regime di un sistema che prevede sanzioni pesantissime anche per errori formali, senza una formazione, senza un regolamento regionale e senza risorse. Visti gli obblighi della normativa sull’invio dei certificati telematici, con scadenza il 19 luglio e poi il 15 settembre, lo Smi ha inviato, invano, innumerevoli richieste alla presidente Renata Polverini, affinché venisse concordato un tavolo tecnico per risolvere le criticità che si stavano evidenziando con i primi invii, ma anche per discutere altre inadempienze contrattuali. Tutte richieste, finora, cadute nel vuoto". Per questo motivo "abbiamo sollecitato l’audizione urgente in Commissione sanità. I medici sono impegnati nella modernizzazione dell’assistenza, ma non accettano di farlo a scapito dell’attività clinica, di prevenzione, diagnosi e cura. Lo Smi Lazio – conclude Gian Marco Polselli – chiede di discutere e concordare tempi, percorsi e risorse adeguate a livello regionale. Ma per far questo urge quella disponibilità, da parte della Regione Lazio, fino ad oggi negata".