Lazio, ecco le novità: il San Filippo Neri diventa Asl, chiude Eastman e più letti a Tor Vergata

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Presentato dal governatore del Lazio il piano di riordino della rete ospedaliera 2014-15. La prima casa della salute di Roma inaugurata l’1 dicembre in piazzale degli Eroi nella sede dell’Oftalmico. Salvi gli ospedali di Monterotondo, Subiaco e Bracciano. Zingaretti: “Uscire dal Commissariamento senza tagli ma con più servizi”. Lorenzin: “Stiamo lavorando a sblocco turn over”.

Trasformazione dell’ospedale San Filippo Neri in presidio dell’Asl RmE. Riconversione del Nuovo Regina Margherita in Casa della salute. Apertura dell’Onco-ematologia all’ospedale San Giovanni. Sono alcuni dei principali provvedimenti per la città di Roma, previsti nel Piano di riordino della rete ospedaliera del Lazio 2014-2015, presentato dal presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, alla presenza del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, nella sede del dicastero a Roma a lungotevere a Ripa.

Tra gli altri provvedimenti: l’ospedale odontoiatrico George Eastman viene integrato con l’Umberto I; il Cto viene rilanciato come polo specialistico per la riabilitazione; viene potenziata l’offerta di posti letto di lungodegenza al Cpo di Ostia, che passa da 23 a 42 posti letto; disattivazione dell’Unità operativa di oncologia del Sant’Eugenio e trasferimento del relativo personale; disattivazione presso il Pertini dell’Unità operativa di Neurochirurgia con contestuale trasferimento del personale presso la Neurochirurgia del San Giovanni; disattivazione della Chirurgia plastica con contestuale trasferimento del personale al San Camillo. E ancora: presso il polo ospedaliero Sant’Eugenio Cto viene mantenuta l’unità spinale unipolare con incremento dei posti letto da 16 a 32, creata un’area di Terapia intensiva dedicata al ricovero delle mielolesioni e reparto di riabilitazione post acuzie. Infine incremento dell’offerta di posti letto, immediatamente attivabili, presso il policlinico Tor Vergata, anche in previsione della realizzazione del Dea di II livello. In totale, poi, il sistema sanitario del Lazio conterà su 21.611 posti letto.

“A Roma ci saranno molti investimenti. Confermiamo l’obiettivo di aprire in ogni municipio gli ambulatori dei medici di medicina generale e venti Case della salute – ha detto il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti – Inaugureremo la prima casa della salute di Roma l’1 dicembre a piazzale degli Eroi nella sede dell’ospedale Oftalmico e, per quanto riguarda la provincia, apriremo la terza struttura a Magliano Sabina il 9 dicembre. Non si riduce l’offerta, la si cambia per renderla più efficace”, ha aggiunto il governatore.

Si cambia, quindi anche in provincia. Un numero maggiore di posti letto, una nuova funzione per i tre ospedali destinati alla chiusura (Monterotondo, Subiaco e Bracciano) il reinserimento pieno dei tre Pronto Soccorso nella rete dell’emergenza regionale e destinati dal decreto 80 a chiudere i battenti. E in arrivo, appunto, l’Ospedale dei Castelli. Lo prevede per la provincia di Roma il decreto 368 di riorganizzazione della Rete ospedaliera del Lazio. Il decreto prevede inoltre il potenziamento degli ospedali provinciali di riferimento come quelli di Tivoli e Civitavecchia, mentre per la Roma H il ruolo di capofila è destinato al nuovo Ospedale dei Castelli, in avanzata fase di costruzione, con il potenziamento della rete di elisoccorso, il collegamento informatico con estensione in tutti i Dea. Nelle tre Asl dell’hinterland si recuperano complessivamente 47 posti letto. L’incremento maggiore è nella Roma G (Tivoli-Monterotondo) con 53, segue la F (Civitavecchia-Tiberina) con +32, mentre nella H si registra un leggero decremento di 38. Gli ospedali di Monterotondo, Subiaco e Bracciano, “condannati alla chiusura – spiega la Regione – tornano a pieno titolo nel circuito ospedaliero regionale, anche se con funzioni diverse. Subiaco si configura come presidio in zona particolarmente disagiata con un pronto soccorso. I posti letto in totale sono 50. Per Bracciano il modulo è lo stesso: i posti letto saranno 40. Monterotondo viene configurato come ospedale e sede di pronto soccorso e avrà 50 posti letto. Ognuno dei tre centri sarà servito da una piazzola per l’elisoccorso (entro il 31 dicembre 2015). Entro il prossimo dicembre invece tutti i pronto soccorso e Dea saranno collegati per la trasmissione di immagini a consulenze a distanza. Crescono anche i posti letto dell’ospedale di Palestrina (+ 17) e del Parodi Delfino di Colleferro (+30). Gli ospedali di Tivoli e Civitavecchia vengono potenziati per posti letto e servizi. Il S. Giovanni Battista di Tivoli cresce di 43 posti letto. Viene prevista l’apertura del servizio di emodinamica al S. Paolo di Civitavecchia, che cresce di 58 posti letto.

“Finalmente il Lazio ha una visione nuova del proprio modello sanitario. Dopo 8 anni di tagli che avevano destrutturato la rete noi oggi abbiamo presentato qui, con accanto il ministro della Salute, il nuovo modello Lazio della sanità – ha spiegato Zingaretti – Al centro il concetto che gli ospedali devono svolgere funzione ospedaliera specializzata per gli acuti e una rete territoriale che nel Lazio non c’era e che stiamo ricostruendo. È molto importante perché vuol dire prepararci all’uscita dal Commissariamento non distruggendo ma innovando la sanità, non umiliando i territori ma riorganizzando la rete”, ha aggiunto Zingaretti precisando che “aumenta la qualità delle cure, aumenterà e si diversificherà l’offerta e i conti tornano in ordine. Vogliamo aggredire la migrazione dei territori verso Roma, frutto di una desertificazione dell’offerta”. Il governatore ha infine ribadito l’uscita dal Commissariamento della sanità regionale: “A dicembre 2015 confermiamo l’obiettivo disavanzo zero”.

Soddisfatta del Piano di riordino della rete ospedaliera presentata dalla Regione Lazio, il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin: “In questo anno abbiamo lavorato a stretto contatto con il presidente Zingaretti e il subcommissario Botti per raggiungere degli obiettivi. Per me, come ministro e come romana, era assolutamente necessario riattivare un livello di qualità del servizio più alto e garantirlo sia a Roma che nelle province. Il Lazio sta facendo i compiti a casa ma c’è anche uno spirito di collaborazione in cui il ministero è vigilante e proattivo: tutti abbiamo lo stesso obiettivo che è quello di aumentare la qualità dei servizi per i nostri pazienti – ha osservato Lorenzin – Vogliamo rendere sostenibile il nostro sistema per questa e per le prossime generazioni e offrire il massimo delle prestazioni possibili ai nostri cittadini”.

Nel dettaglio, ecco cosa cambia con il provvedimento che riorganizza la rete dell’emergenza, quella cardiologica, del trattamento ictus, trauma grave e rete perinatale. Inoltre si opera un riequilibrio dell’offerta sanitaria nelle province e si organizza il sistema di Roma come centro di riferimento. :

Posti letto. Il sistema sanitario del Lazio conterà su 21.611 posti letto, cui 17.581 per acuti e 4.030 post acuti, con un rapporto di 2,99 per 1.000 abitanti per acuti e 0,69 per i post acuti.

Rete cardiologica. L’assetto della rete dell’emergenza cardiochirurgica è configurata con 4 centri di riferimento: policlinico Umberto I, Tor Vergata, San Camillo e Gemelli. Sono programmati 19 servizi di emodinamica. Nella città di Roma sono 13 i servizi di cardiologia ed emodinamica di supporto alla rete dell’emergenza territoriale, operativi h24 anche in regime di reperibilità notturna. Entro marzo 2015 il servizio di emodinamica di Ostia viene esteso da h12 ad h24. Viene prevista l’apertura del servizio di emodinamica a Tivoli presso la struttura cardiologica.

Rete ictus. Nel 2013 si sono registrati nella Regione Lazio circa 7.000 ricoveri per ictus ischemico e 1.700 per ictus emorragico. L’attuale configurazione della rete prevede 4 aree con al vertice gli ospedali San Camillo, Gemelli, policlinico Tor Vergata e Umberto I, 11 strutture con Unità di terapia neurovascolare, 19 con la presenza di un team neuovascolare. Il sistema viene potenziato perché entro giugno 2015 è prevista l’apertura dell’unità di trattamento neurovascolare, sia presso il de Lellis di Rieti che presso lo Spaziani di Frosinone. Entro il 31 marzo 2015, stesura ed implementazione di protocolli operativi per il collegamento funzionale tra Utn II e centri afferenti (Utn I e Tnvpse) con particolare rilievo alla possibilità di effettuare la trombolisi anche nei centri periferici. Entro dicembre 2015, messa a regime per ciascuna delle quattro reti di un sistema regionale per la trasmissione di immagini e la consulenza a distanza, già in fase di avanzata sperimentazione tra Utn dell’Umberto I e quella di Tivoli.

Rete trauma. La rete per il trauma attualmente è articolata in tre Cts (centro traumi di alta specializzazione): il policlinico Umberto I, Gemelli e San Camillo. I Centri trauma di zona passano da 5 a 6: policlinico Tor Vergata, Sant’Eugenio, San Giovanni, Santa Maria Goretti di Latina, Spaziani di Frosinone, Belcolle di Viterbo e 17 Pronto soccorso. Nella rete il Sant’Eugenio-Cto assume un ruolo di particolare rilievo in quanto sede dell’unità spinale unipolare e del centro grandi ustionati regionale.

Rete perinatale. Entro il 31 dicembre 2015 la rete viene riorganizzata su due livelli di cura rispetto ai tre attuali. Sono previste quattro reti assistenziali che fanno riferimento all’Umberto I, San Giovanni, San Camillo e Gemelli, con uno o due centri di II Livello ciascuna e relative strutture di I livello afferenti. Entro il 30 giugno accorpamento della Uo ostetrica/neonatologica di Monterotondo (419 nati) con Tivoli e della Uo ostetrica/neonatologica di Colleferro (407 nati) con Palestrina. Entro la stessa data chiusura della unità di Tarquinia e contestuale qualificazione di quella di Civitavecchia. Nel Presidio ospedaliero di Tarquinia si mantiene l’attività ostetrica come casa di maternità. Entro il 30 giugno 2015 accorpamento della Uo ostetrica/neonatologica di Alatri con Frosinone. Anche in questo caso il presidio si trasforma in casa della maternita’. A partire dal II semestre 2015, non contrattualizzazione dell’attività ostetrica/neonatologica per le strutture accreditate che documentano un volume di nati inferiore a 500.

Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha aggiunto: “Stiamo lavorando all’art 22 del Patto della Salute sull’accesso alla professione, alle scuole di specializzazione e sullo sblocco del turnover. E’ un lavoro importantissimo. C’è il problema del personale che sta diventando sempre più grande e su questo

bisogna trovare una soluzione. Nel gruppo di lavoro è presente il Mef, il ministero della Funzione pubblica, il Miur e le Regioni, – ha spiegato – ed è un lavoro che vogliamo chiudere nelle prossime settimane per dare una risposta anche al comparto. Quello che è accaduto nel Lazio in tema di mobilità e di blocco del turnover è una compressione inaccettabile sia dal punto di vista del servizio sia della crescita della professione”. (Fonte: La Repubblica)