Smi/Fvm-Lazio: «Piena opposizione agli atti aziendali Asl»

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«“Cto” e “Sant’Eugenio” nel mirino delle riconversioni. E farne le spese è l’assistenza ai cittadini».

«Piena opposizione alle Linee Guida utilizzate per la stesura degli Atti Aziendali delle Asl che non rispettano, in alcun modo, le reali esigenze del territorio. No alla privatizzazione e svilimento del comparto sanitario», afferma Francesca Perri vice-segretario Smi-Fvm-Lazio. Per la Sindacalista, infatti, quanto stabilito dalle Asl ed inviato in Regione, mette ulteriormente in ginocchio un Ssr già declassato, sia nell’assistenza sanitaria, che nell’evoluzione della professione medica. «Nello specifico», spiega Francesco Nardacchione, responsabile della dirigenza medica Smi/Fvm Asl RmC: «Il Cto, punto di riferimento per l’Unità Operativa di Ortopedia, una di chirurgia della mano e l’Unità spinale, viene destinato alle esigenze riabilitative dell’Inail, diventando una struttura post-acuzie». Secondo quanto stabilito negli Atti Aziendali, «il Cto verrà, dunque, depauperato del Pronto Soccorso medico ed ortopedico, delle U.O. di chirurgia del piede, della traumatologia e di ben 2 chirurgie generali e d’urgenza». Sovvertendo, quindi, quanto concordato pubblicamente nel «Protocollo d’Intesa siglato sia dal Presidente della regione Lazio che dal Presidente dell’Inail, in cui era prevista l’istituzione di un Centro di eccellenza per tutti i traumatizzati». «Al S. Eugenio», aggiunge Francesco Nardacchione, «è prevista, invece, la scomparsa di Unità Operative di alta specializzazione, come la Gastroenterologia, il Day Hospital Ematologico, la Chirurgia d’Urgenza, Laparoscopica e Oncologica. Con relativo trasferimento dell’intero reparto oncologico (5 medici, 16 infermieri ed 1 caposala) dal S. Eugenio al S. Giovanni». Un’operazione assurda che «rischia di trasformare il S. Eugenio in un enorme Pronto Soccorso». «Senza considerare il rischio per i cittadini», sottolinea ancora Francesca Perri, «di dover ricorrere a strutture universitarie private convenzionate, come il Campus Biomedico; cui Zingaretti destina fondi (€ 9.000.000) per l’abbattimento delle liste di attesa, strappandoli alle strutture sanitarie pubbliche, rese volutamente inefficienti». Basti pensare al caso dei posti letto della Chirurgia Vascolare che, nel DCA U00368, «scompaiono dal S. Eugenio per rimaterializzarsi, improvvisamente, proprio al Campus Biomedico». Quindi, Francesca Perri, conclude: «Per impedire alla Giunta di Zingaretti, di privatizzare sempre di più la sanità laziale, la delegazione sindacale Smi-Lazio, si opporrà con tutti i mezzi a disposizione». (Fonte: Panorama della Sanità)