In esteso riportiamo l’intervista rilasciata al giornale "Quotidiano Sanità"da Francesca Perri ,medico dell’ARES 118 e Responsabile Regionale SMI della Dirigenza Territoriale Lazio. Allarme 118: senza medici due ambulanze su tre A lanciare l’allarme è Francesca Perri medico responsabile della dirigenza medica Smi-Svm. Blocco delle assunzioni e precariato stanno mettendo in ginocchio l’Ares 118 del Lazio. Una criticità che il Piano di rientro della Polverini non prende in considerazione. 15 OTT - La dottoressa Perri, è un medico dell’emergenza urgenza che presta servizio sulle ambulanze dell’Ares 118 Lazio. Nonostante nel 2007 abbia vinto un concorso specialistico, bandito nel 2005, che metteva “in palio” 30 posti per medici di emergenza e 10 per anestesista rianimatore, continua a far parte del popolo dei precari. La causa? Il blocco delle assunzioni arrivato già con la Giunta Marrazzo. Risultato, sono troppe le ambulanze dell’Ares 118 che a causa della carenza di personale viaggiano senza medico a bordo. Quotidiano sanità l’ha intervistata per capire meglio qual è la situazione.
Dottoressa Perri, proviamo a tracciare un quadro del servizio di emergenza urgenza nel Lazio
La situazione è da allarme rosso. Nell’atto aziendale, attualmente sospeso, era previsto per l’Ares 118 un organico di 194 medici operativi in tutto il Lazio, ma molti sono apicali e, di fatto, non operano sulle auto mediche e le ambulanze.
Tradotto in cifre?
Dei 122 medici che lavorano all’Ares 118, solo 68 sono operativi su tutto il territorio della Regione. Questo significa che meno di un terzo dei mezzi dell’emergenza urgenza ha il medico a bordo.
Insomma, i cittadini che chiamano un’ambulanza sperando di avere un medico a bordo rimangono delusi?
Esattamente. C’è una situazione di precariato assoluto che non consente di garantire la presenza di medici qualificati che hanno sostenuto un concorso ad hoc. Sulle ambulanze ci sono infermieri altamente qualificati, ma non possono somministrare farmaci. Questo significa che i pazienti, anche quando potrebbero essere curati al domicilio, necessariamente devono essere portati in ospedale con un conseguente intasamento dei pronto soccorso.
Ma dal 2007 ad oggi, la Regione non ha intrapreso azioni per sanare la situazione?
Nel 2009 dalla precedente Giunta era stato sottoscritto con i sindacati un protocollo d’intesa che prevedeva la stabilizzazione dei precari in tutte le Aziende della Regione. Peccato che questo non sia avvenuto, almeno per l’Ares 118.
E il nuovo Piano Polverini?
Nel Piano si parla genericamente di un potenziamento del territorio, ma non mi risulta che sia previsto un intervento specifico per l’area dell’emergenza urgenza. Comunque, il Piano predisposto dalla Polverini non ci piace. Per non parlare del fatto che i sindacati medici non sono mai stati consultati. Questo è un fatto gravissimo soprattutto da parte di chi, come la Polverini, ha militato attivamente in un sindacato.