I ‘Pacchetti ambulatoriali complessi’ facilitano l’accesso alle cure mediante la presa incarico del paziente sulla base di un insieme di verifiche diagnostiche che consentono di identificare precocemente, e meglio contrastare, le complicanze che seguono le malattie cerebrovascolari.
Garantire la presa in carico del paziente colpito da ictus che, superata la fase critica, deve intraprendere un percorso di riabilitazione. E’ questo l’obiettivo del Pacchetto ambulatoriale complesso (Pac), introdotto da un decreto firmato da Zingaretti e presentato stamane nel corso della conferenza ‘Ictus cerebrale, ridurre il danno si può: il modello Lazio’ svoltasi presso l’Hotel Nazionale di Roma.
Il Pac è stato messo a punto per facilitare l’accesso alle cure mediante la presa incarico del paziente sulla base di un insieme di verifiche diagnostiche che consentono di identificare precocemente, e meglio contrastare, le complicanze che seguono le malattie cerebrovascolari. Il Lazio diventa così la prima Regione a proporre un percorso che va oltre il semplice accesso alle strutture.
Mediamente, evidenziano i dati dell‘associazione Alice per la lotta all’ictus cerebrale, tra il 5 e l’8% dei pazienti che sono stati colpiti da ictus sviluppa una recidiva nel primo anno dopo l’evento. Ma non basta: spesso le complicazioni si manifestano in modo subdolo con un certo ritardo rispetto all’evento acuto: dolori, spasticità, incontinenza, limiti nella motilità, compromissione della capacità cognitiva e altro ancora possono compromettere progressivamente non solo il recupero, ma anche la qualità di vita del paziente e dei suoi familiari.
“Dopo l’Ictus – ha osservato Paolo Binelli, presidente di Alice – una persona veniva presa in carico dalla Asl ma non più da chi aveva preso in carico la fase acuta. Con il Pac si chiude il cerchio, e la Asl può dialogare con i medici della prima fase. Tra l’altro i veri costi dell’ictus non sono tanto quelli legati al servizio sanitario, quanto quelli delle famiglie: calcolati in 14 miliardi l’anno, tra badanti, adeguamento della casa. In pratica, una finanziaria”.
Nel 2013 nel Lazio si sono avuti circa 7000 ricoveri per ictus ischemico e 1700 per ictus emorragico. In pazienti di età superiore ai 35 anni, i ricoveri per ictus ischemico con accesso attraverso il Pronto soccorso sono stati 6300. Nel Lazio, la mortalità a 30 giorni dal ricovero è pari al 14% nel 2013, sostanzialmente invariata negli ultimi 5 anni, mentre la proporzione di accessi in riabilitazione post acuzie dopo ictus ischemico è pari al 33%, inalterata negli ultimi 5 anni.
“Con il Pac si prende in carico il paziente accompagnandolo nella riabilitazione – ha spiegato Zingaretti - E’ molto importante, perché in questo modo si evita di lasciare al caso il rapporto paziente e sistema sanitario e si evita di tornare ai nastri di partenza”. Il governatore ha poi affrontato anche altre questioni di stretta attualità. “Anche se il dato ufficiale arriverà tra alcuni mesi dal tavolo del Piano di rientro, presenteremo dei numeri sugli equilibri finanziari del 2014 che faranno stare il Lazio per la prima volta dopo 9 anni sotto gli obiettivi che hanno portato al commissariamento. Confermo quindi che raggiungeremo un disavanzo pari a zero e così il Lazio potrà riprendere la sua strada in piena autonomia”. (Fonte: Quotidiano Sanità)