(Ermanno De Fazi)
Documento programmatico della Commissione Politica S.M.I. in materia di integrazione intersettoriale delle cure primarie
Lo sviluppo delle cure primarie si sta realizzando sul territorio nazionale in modo del tutto disomogeneo, rivelando altresì, nelle diverse categorie professionali implicate, notevoli deficit culturali, organizzativi e di comprensione della complessità dei problemi e delle opportunità che sono in gioco. È indubbiamente compito del nostro sindacato, ricco delle sensibilità e delle professionalità degli attori che lo costituiscono, assumere un ruolo dirigente nella formazione non solo dei nostri quadri iscritti, ma di tutti i professionisti coinvolti nella medicina del territorio; caratteristica peculiare di tale iniziativa dovrà essere “imparare facendo insieme”: affrontando insieme le problematiche che quotidianamente si pongono nell’intersecarsi delle nostre competenze e ruoli nell’ambito delle cure primarie, ci formeremo a superare la separatezza dei ruoli e le barriere culturali sedimentati da decenni di cura della propria specificità, esasperata come difesa nei confronti di una legislazione e di una burocrazia attenta più ai risultati formali che alla sostanza ed agli obiettivi di qualità da porsi per promuovere una sanità pubblica all’altezza delle sfide odierne.
Ad una sanità pubblica che risponda al bisogno di salute della popolazione e al bisogno di vedere valorizzato l’impegno culturale e professionale dei molteplici attori in campo serve un sindacato di medici “multidisciplinare”, uno S.M.I. che venga sentito e vissuto quotidianamente dai medici come compagno di strada nella ricerca di soluzioni innovative, nell’intreccio delle complessità e di risposte concrete rimotivanti e generatrici di nuove energie professionali.
Riconosciuti a tutte le componenti dello S.M.I. i medesimi obblighi di servizio pubblico, secondo i dettami dell’Unione Europea e gli orientamenti costituzionali della Repubblica Italiana,
Proponiamo
che i responsabili dei settori Assistenza Primaria (AP), Continuità Assistenziale (CA), Emergenza Territoriale (ET), Specialisti Ambulatoriali (SAI), Pediatri di Libera scelta (PLS) e Medicina dei Servizi (MdS), sulla base del lavoro svolto da apposite commissioni intersettoriali, elaborino a livello nazionale, con successive esplicitazioni regionali e aziendali, un progetto di integrazione intersettoriale che si caratterizza per:
1) gestione integrata h24 e 7gg/7 di tutte le attività territoriali;
2) Medicina generale organizzata in AFT con MAP e PLS singoli, in rete, in gruppo, in UTAP o UCCP, con esclusione dei modelli di riorganizzazione cooperativistica del sistema delle cure primarie, che potrebbero introdurre, nella cornice normativa del ACN per la Medicina generale ed eventuali Accordi Integrativi Regionali, principi e soggetti giuridici di natura privatistica;
3) gestione del programmabile da parte dei MAP e PLS;
4) gestione dell’acuto urgente/non differibile da parte del SUEM (urgenza) e della CA (non differibile);
5) una struttura distrettuale della CA in stretta interazione con il 118 per la gestione territoriale delle prestazioni non differibili con invio presso il PS delle urgenze/emergenze;
6) integrazione con le attività distrettuali di medicina preventiva o di iniziativa svolte sia dai MAP/PLS e dai medici di CA/MdS;
7) gestione di tutte le strutture protette (case di riposo, residenze sanitarie assistenziali, ospedali di comunità, hospice) attraverso le attività dei medici di AP e CA;
8) elaborazione di protocolli di comportamento interattivo tra le figure professionali territoriali in varie situazioni cliniche a maggior rischio di in appropriatezza;
9) progetti formativi specifici per ciascun settore e comuni ai vari settori per le attività a forte integrazione intersettoriale.