Le Regioni hanno messo a punto una proposta di intesa per chiudere la partita dei tagli ai loro bilanci. Per la sanità il conto è salato: 1,160 mld per i beni e servizi, 350 mln per le case di cura private, 195 mln per la farmaceutica territoriale e 287 per quella ospedaliera. A questi si aggiungono 450 mln in meno per l’edilizia sanitaria. LA BOZZA D’INTESA.
Le trattative sono in corso ma le Regioni una prima proposta di intesa con il Governo per chiudere la partita dei tagli della legge di stabilità l’hanno messa a punto. La proposta non è definitiva per tutte le voci di risparmio ma, per la sanità, le cifre dovrebbero restare le stesse. Almeno nelle intenzioni regionali perché, fino a questo punto, il Governo non ha ancora fatto trapelare un suo parere sul dettaglio delle voci e sull’impianto stesso della proposta regionale che, del resto, dalle ultime indiscrezioni potrebbe trovare difficoltà all’interno della stessa compagine regionale. Dopo il no secco del Veneto, infatti, sembra che anche altre Regioni comincino ad avere dei dubbi sull’impianto della proposta. Tuttavia al momento quella che pubblichiamo in allegato è quella sul tavolo del Governo e sulla quale sono iniziate le trattative.
Ma vediamo nel dettaglio. Il conto complessivo dei tagli alla sanità conseguenti alla manovra di fine anno raggiungerebbe 2,450 miliardi di euro. Per arrivarci le Regioni propongono un emendamento alla legge di stabilità da agganciare alla prima norma possibile in discussione in Parlamento, che preveda una nuova Intesa Stato Regioni entro il 15 febbraio 2015 che individui misure di razionalizzazione ed efficientamento della spesa sanitaria per beni e servizi compresi i dispositivi medici, il rafforzamento dei sistemi di monitoraggio in relazione al regolamento sugli standard ospedaliero approvato il 4 agosto 2014 e all’effettiva attuazione dei prezzi di riferimento.
E ancora, misure per la riduzione della spesa farmaceutica territoriale e ospedaliera, ad eccezione dei farmaci innovativi e salvavita, e delle prestazioni dal privato accreditato. A queste misure si aggiungerebbe poi la “rinuncia” ai residui dell’ex art. 20 per l’edilizia sanitaria per un totale di 450 milioni di euro.
Ma vediamo il dettaglio delle misure proposte:
Beni e servizi:in tutto 1,168 miliardi tra prezzi di riferimento, regolamento ospedaliero, riduzione del tetto dei dispositivi medici dal 4,4 al 4%, monitoraggio Anac e Consip sulla tenuta dei prezzi riferimento.
Prestazioni dal privato accreditato:tagli per 350 milioni.
Farmaceutica territoriale: taglio del tetto dall’11,35 all’11,20%, pari a un risparmio di 195 milioni.
Farmaceutica ospedaliera: taglio del tetto dal 3,5 al 3,25%, pari a un risparmio di 287 milioni.
Edilizia sanitaria: le risorse a disposizione delle Regioni nel 2015 ammontano a 810 milioni di euro, da questa somma le Regioni propongono di tagliare le somme residue per un totale di 450 milioni. (Fonte: Quotidiano Sanità)