Costi stellari per un fenomeno che potrebbe essere affrontato afficacemente con «azioni sinergiche». La medicina difensiva costa circa 10 miliardi e rappresenta una distorsione del normale iter di erogazione delle cure. Perciò la ministra della Salute Beatrice Lorenzin ha deciso di istituire una commissione consultiva per le problematiche in materia di medicina difensiva e di responsabilità professionale degli esercenti le professioni sanitarie. La Commissione sarà presieduta da Guido Alpa, presidente del Consiglio nazionale forense.
«Occorre controbilanciare – ha detto Lorenzin – la libertà di esercitare la professione medica e la necessità che ognuno paghi le sue eventuali colpe. La Camera sta lavorando da due anni su 7 proposte normative per raggiungere questo obiettivo e per affrontare il grande tema delle assicurazioni. Non è ancora sufficiente, per cui come azione sinergica a quella del Parlamento abbiamo deciso di istituire questa Commissione consultiva con personalità di altissimo rango, che lavorerà presso il ministero, con giuristi, medici legali ed esperti di settore per indicare soluzioni tecniche e normative agili per sciogliere i tanti nodi rimasti».
C’è poi l’aspetto della «programmazione sanitaria, e stiamo pensando già da ora di intervenire su i temi dell’inappropriatezza e dell’informazione dei pazienti», che spesso richiedono in prima persona prestazioni inutili, «magari dopo essersi informati su Internet. E’ chiaro che chi sta male preferisce fare un esame in più che uno in meno, per questo è importante agire sui canali di informazione ufficiali», ha proseguito la ministra.
«Gli ultimi dati – ha aggiunto Lorenzin – raccontano di percentuali altissime, fino al 78%, degli operatori sanitari che hanno avuto almeno un comportamento di medicina difensiva nell’ultimo mese, e sempre nel 78% dei casi il motivo è che si ritiene di correre un maggior rischio di procedimenti giudiziari rispetto al passato. Inoltre il 51% ha prescritto farmaci non necessari, il 14% ha evitato procedure diagnostiche e terapeutiche rischiose su pazienti che avrebbero potuto beneficiarne. Ancora, il 58% ha chiesto il consulto di altri specialisti pur non ritenendolo necessario».
Secondo una recente indagine Agenas relativa al 2014, con 1.500 medici ospedalieri intervistati, «la stima dei costi della medicina difensiva per settori, rispetto alla spesa totale – ha spiegato Lorenzin – vede la farmaceutica al 14%, gli esami strumentali al 25%, gli esami di laboratorio al 23% e le visite specialistiche all’11%». Infine, la ministra ha ricordato che «sta seguendo il suo iter» il Dpr che regolamenta il tema delle assicurazioni mediche, chiarendo anche i criteri dei premi per specialità, in modo che venga applicata la legge Balduzzi. (Fonte: Il Sole24Ore Sanità)