“Tutto ciò e stato illustrato al Presidente dell’Ordine dei medici di Roma, sottolineando il quadro di sicurezza per gli utenti scaturito dai numerosi anni di attività di questo tipo di ambulatori e la loro connotazione di selezione e sostegno alla attività clinica dei medici”. Così il DG Saitto a QS dopo le critiche dei medici.
L’ASL Roma C ha avviato, dal 23 marzo 2015, nella sede del Presidio Sanitario Santa Caterina della Rosa, un ambulatorio infermieristico See&Treat, il primo di questo tipo per la Regione Lazio. L’iniziativa non è però nuova per I’ltalia, dato che in altre regioni sono state organizzati servizi analoghi che hanno già assistito, negli ultimi cinque anni, migliaia di persone. Nell’ambulatorio See&Treat I’infermiere “Osserva e Tratta”, nell’ambito delle sue specifiche competenze professionali, persone con disturbi di bassa e minima complessità, evitando loro il ricorso al pronto soccorso, dove tali problematiche vengono identificate come “codici bianchi” e dove si è costretti ad attese talvolta molto lunghe, prima di essere assistiti e seguiti.
Per questo motivo sono nati questi ambulatori infermieristici: per far sì che una parte di queste “urgenze minori”, individuate sulla scorta dei criteri rigorosi definiti da un gruppo di lavoro di medici e infermieri, possa essere presa autonomamente in carico da parte di infermieri esperti e specificamente addestrati. II percorso formativo organizzato dall’ASL Roma C è stato infatti svolto con I’egida del Pronto Soccorso dell’Ospedale S.Eugenio e in stretta collaborazione con il gruppo See and Treat della Regione Toscana coordinato dal Dott. Rosselli e dal Dott. Becattini e ha coinvolto medici del Pronto Soccorso, medici specialisti e infermieri dell’emergenza.
Questo percorso ha condotto alla formale “certificazione” di 16 infermieri in grado di svolgere la loro attività nell’ambulatorio See&Treat. La “certificazione” dell’infermiere è un requisito obbligatorio per poter operare in un ambulatorio See and Treat perché garantisce i cittadini che ogni operatore abbia il bagaglio di conoscenze e di competenze pratiche ritenute assolutamente necessarie e indispensabili per poter “osservare e trattare”, nei limiti delle sue competenze e in costante collegamento con il medico d’urgenza di riferimento, e per poter riferire alio specialista o a un diverso livello di assistenza i casi che non è in condizione di gestire.
Tutto ciò e stato illustrato al Presidente dell’Ordine dei medici di Roma, sottolineando il quadro di sicurezza per gli utenti scaturito dai numerosi anni di attività di questo tipo di ambulatori e la loro connotazione di selezione e sostegno alla attività clinica dei medici. Laddove gli ambulatori See and Treat sono operativi non è infatti occorso negli anni alcun incidente ed è al contrario aumentata la soddisfazione dei cittadini, che continuano ovviamente a rivolgersi o ad essere indirizzati ai medici quando ne ricorrano le condizioni.
L’iniziativa assunta dalla ASL Roma C avvia dunque, anche nella Regione Lazio, una modalità di assistenza territoriale sicura ed efficace, che amplia I’offerta giornaliera di servizi ai cittadini e che, per una parte circoscritta e ben identificata di problemi, può rappresentare una valida alternativa al Pronto Soccorso. Un ambulatorio infermieristico See and Treat può rappresentare infine un’efficace integrazione dell’offerta aziendale con gli ambulatori dei medici di medicina generale e una porta di accesso ai percorsi di assistenza che la Casa della Salute vuole assicurare. (Fonte: Quotidiano Sanità)
Carlo Saitto
Direttore generale Asl RM/C